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La vita in Aforismi

Pirandello frasi e immagini: 197 pensieri belli sulla vita, le maschere e l’amore

Tante frasi di Pirandello tratte dai suoi romanzi, dalle opere teatrali e dalle novelle per riflettere sulla vita, l’amore e i sentimenti.

Pirandello frasi

Drammaturgo, scrittore e poeta, Luigi Pirandello è stato una delle menti più brillanti nell’Italia del XX secolo. Nato ad Agrigento nel 1867 la sua produzione vanta romanzi, opere teatrali e novelle. Luigi Pirandello con le sue frasi ha indagato l’animo umano, i tormenti dell’essere, la gioia dell’amore e il dolore dell’abbandono.
L’articolo propone un’ampia selezione delle frasi celebri di Pirandello tratte da romanzi come Uno, nessuno e centomila, Il fu Mattia Pascal, L’esclusa e Quaderni di Serafino Gubbio operatore, ma anche da opere teatrali come Così è (se vi pare) e Sei personaggi in cerca d’autore.

Frasi di Pirandello

Di seguito sono disponibili frasi di Luigi Pirandello tratte dai suoi romanzi e dalle sue opere teatrali. Pensieri che possono essere condivisi e dedicati, oppure postati sui social.
Scegli la frase di Pirandello che ti piace di più e legge meglio il tuo stato d’animo.

I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole.
(da Luigi Pirandello)

Quando tu non hai più un sentimento, perché sei riuscito a non stimare, a non curare più gli uomini e le cose, e ti manca perciò l’abitudine, che non trovi, e l’occupazione, che sdegni.
(da lettera alla sorella Lina)

Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali.
(da Il fu Mattia Pascal)

Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.
(da Novelle per un anno)

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose!
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com’egli l’ha dentro?
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

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Questo un’aria così; quello un’aria così. E dentro siamo diversi! Abbiamo il cuore, dentro, come, come un bambino rincantucciato, offeso, che piange e si vergogna!
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

Mangia il Governo, mangia la Provincia; mangia il Comune e il capo e il sottocapo e il direttore e l’ingegnere e il sorvegliante. Che può avanzare per chi sta sotto terra e sotto di tutti e deve portar tutti sulle spalle e resta schiacciato?
(da I vecchi e i giovani)

Han bisogni lor propri e loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l’impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto.
(da Il fu Mattia Pascal)

Si domanda a questo punto se vogliono esser considerati come zoologi o come critici letterari quei tali signori che, giudicando un romanzo o una novella o una commedia, condannano questo o quel personaggio, questa o quella rappresentazione di fatti o di sentimenti, non già in nome dell’arte come sarebbe giusto, ma in nome d’una umanità che sembra essi conoscano a perfezione, come se realmente in astratto esistesse, fuori cioè di quell’infinita varietà d’uomini capaci di commettere tutte quelle sullodate assurdità che non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere.
(da Il fu Mattia Pascal)

Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo può non essere “nessuno”.
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

Eppure la scienza, pensavo; ha l’illusione di render anche più facile e più comoda L’esistenza! Ma, ammettendo che la renda veramente più facile, con tutte le sue macchine così difficili e complicate, domando, io: “E qual peggior servizio a chi sia condannato a una briga vana, che rendergliela facile e quasi meccanica?”.
(da Il fu Mattia Pascal)

Intanto l’anima mi tumultuava nella gioia di quella nuova libertà.
(da Il fu Mattia Pascal

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Non avevo mai veduto così uomini e cose; l’aria tra essi e me s’era d’un tratto quasi snebbiata; e mi si presentavan facili e lievi le nuove relazioni che dovevano stabilirsi tra noi, poiché ben poco ormai io avrei avuto bisogno di chieder loro per il mio intimo compiacimento.
(da Il fu Mattia Pascal)

E mentr’io attenderò al molino, il fattore mi ruberà i frutti della campagna; e se mi porrò invece a badare a questa, il mugnaio mi ruberà la molenda. E di qua il mugnaio e di là il fattore faranno l’altalena, e io nel mezzo a godere.
(da Il fu Mattia Pascal)

La singolarità vera e nuova, l’originalità, non è cosa che si procacci di fuori; si ha dentro o non si ha; e chi l’ha veramente non sa neppure d’averla e la manifesta con la maggiore semplicità.
(da Luigi Pirandello)

C’è chi comprende e chi non comprende, caro signore. Sta molto peggio chi comprende, perché alla fine si ritrova senza energia e senza volontà.
(da Il fu Mattia Pascal)

Un’ora breve di dolore c’impressiona lungamente; un giorno passa e non lascia traccia.
(da L’esclusa)

Sapete che cosa significa amare l’umanità? Significa soltanto questo: essere contenti di noi stessi.
(da Ciascuno a suo modo)

Posso dire che da allora ho fatto il gusto a ridere di tutte le mie sciagure e d’ogni mio tormento.
(da Il fu Mattia Pascal)

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Come ci sono i figli illegittimi, ci sono anche i pensieri bastardi!
(da Ciascuno a suo modo)

Ero io, là per terra, esposto alla mercé dei piedi altrui. Ecco quello che restava di Mattia Pascal, morto alla Stìa: la sua ombra per le vie di Roma.
(da Il fu Mattia Pascal)

Nulla atterrisce più di uno specchio una coscienza non tranquilla.
(da Sogno (ma forse no))

Quando tu, in una parola, vivrai senza la vita, penserai senza un pensiero, sentirai senza cuore, allora tu non saprai che fare: sarai un viandante senza casa, un uccello senza nido.
(da lettera alla sorella Lina)

Copernico ha rovinato l’umanità, irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell’Universo. Storie di vermucci ormai, le nostre.
(da Il fu Mattia Pascal)

E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d’ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga.
(da Il fu Mattia Pascal)

Allora, passata l’angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.
(da Il fu Mattia Pascal)

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Per chi cade nella colpa, signore, il responsabile di tutte le colpe che seguono, non è sempre chi, primo, determinò la caduta?
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

Tu, invece, a volerla dire, sarai sempre e dovunque un forestiere: ecco la differenza. Forestiere della vita.
(da Il fu Mattia Pascal)

Ciò che noi conosciamo di noi stessi, non è che una parte, forse una piccolissima parte di quello che noi siamo.
(da saggio Umorismo)

E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali, noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che son veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente.
(da saggio Umorismo)

Nulla s’inventa, è vero, che non abbia una qualche radice, più o meno profonda, nella realtà.
(da Il fu Mattia Pascal)

Di quante cose sostanziali, minutissime, inimmaginabili ha bisogno la nostra invenzione per ridiventare quella stessa realtà da cui fu tratta, di quante fila che la riallaccino nel complicatissimo intrico della vita, fila che noi abbiamo recise per farla diventare una cosa a sé!
(da Il fu Mattia Pascal)

Vorrei saper la musica per esprimere, senz’essere inteso da nessuno, neppure da te, tutto questo tumulto di vita che mi gonfia l’anima e il cuore.
(da Lettera a Marta Abba)

Potei sperimentare che l’uomo, quando soffre, si fa una particolare idea del bene e del male, e cioè del bene che gli altri dovrebbero fargli e a cui egli pretende, come se dalle proprie sofferenze gli derivasse un diritto al compenso, e del male che egli può fare a gli altri, come se parimenti dalle proprie sofferenze vi fosse abilitato. E se gli altri non gli fanno il bene quasi per dovere, egli li accusa, e di tutto il male ch’egli fa quasi per diritto, facilmente si scusa.
(da Il fu Mattia Pascal)

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Conviene a tutti far credere pazzi certuni, per avere la scusa di tenerli chiusi. Sai perché? Perché non si resiste a sentirli parlare.
(da Enrico IV)

Ed ecco, ora, dopo essermi aggirato per due anni, come un’ombra, in quella illusione di vita oltre la morte, mi vedevo costretto, forzato, trascinato per i capelli a eseguire su me la loro condanna.
(da Il fu Mattia Pascal)

Mi avevano ucciso davvero! Ed esse, esse sole si erano liberate di me.
(da Il fu Mattia Pascal)

L’opera d’arte è creata dal libero movimento della vita interiore che organizza le idee e le immagini in una forma armoniosa, di cui tutti gli elementi han corrispondenza tra loro e con l’idea madre che le coordina.
(da Luigi Pirandello)

Anche le cose più strane possono esser vere, anzi nessuna fantasia arriva a concepire certe follie, certe inverosimili avventure che si scatenano e scoppiano dal seno tumultuoso della vita; ma pure, come e quanto appare diversa dalle invenzioni che noi possiamo trarne la realtà viva e spirante!
(da Il fu Mattia Pascal)

L’uomo prova un’istintiva gratitudine per la donna che, sacrificando un po’ del suo pudore, dimostra di voler piacere a uno solo sfidando la malignità degli altri; ma non può soffrire poi che questa donna faccia dispetto a un’altra donna che dimostri di avere per lui qualche simpatia.
(da Diana e la Tuda)

Mi accorsi tutt’a un tratto che dovevo proprio morire ancora: ecco il male! Chi se ne ricordava più? Dopo il mio suicidio alla Stia, io naturalmente non avevo veduto più altro, innanzi a me, che la vita.
(da Il fu Mattia Pascal)

Ed ecco qua, ora: il signor Anselmo Paleari mi metteva innanzi di continuo l’ombra della morte.
(da Il fu Mattia Pascal)

A quanti uomini, presi nel gorgo d’una passione, oppure oppressi, schiacciati dalla tristezza, dalla miseria, farebbe bene pensare che c’é sopra il soffitto il cielo, e che nel cielo ci sono le stelle.
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

Anche se l’esserci delle stelle non ispirasse a loro un conforto religioso, contemplandole, s’inabissa la nostra inferma piccolezza, sparisce nella vacuità degli spazi, e non può non sembrarci misera e vana ogni ragione di tormento.
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna.
(da Luigi Pirandello)

Questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la terra, e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che proietta tutt’intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l’ombra nera, l’ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch’esso si mantiene vivo in noi.
(da Luigi Pirandello)

Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell’essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione?
(da Luigi Pirandello)

La lealtà, la lealtà è un debito, e il più sacro, verso noi stessi, anche prima che verso gli altri. Tradire è orribile.
(da Sogno (ma forse no))

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Vorrei saper la musica esprimere, senz’essere inteso da nessuno.
(da Lettera a Marta Abba)

Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza.
(da Il berretto a sonagli)

Che mondaccio, signor Gubbio, che mondaccio è questo! che schifo! Ma paiono tutti, che so! Ma perché si dev’essere così? Mascherati! Mascherati! Mascherati! Me lo dica lei! Perché, appena insieme, l’uno di fronte all’altro, diventiamo tutti tanti pagliacci? Scusi, no, anch’io, anch’io; mi ci metto anch’io; tutti! Mascherati!
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

Se si guarda negli occhi un animale tutti i sistemi filosofici crollano.
(da Luigi Pirandello)

Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili, perché sono vere. All’opposto di quelle dell’arte che, per parer vere, hanno bisogno d’esseri verosimili. E allora, verosimili, non sono più assurdità.
(da Avvertenza sugli scrupoli della fantasia)

Recisa di netto ogni memoria in me della vita precedente, fermato l’animo alla deliberazione di ricominciare da quel punto una nuova vita, io era invaso e sollevato come da una fresca letizia infantile; mi sentivo come rifatta vergine e trasparente la coscienza, e lo spirito vigile e pronto a trar profitto di tutto per la costruzione del mio nuovo io.
(da Il fu Mattia Pascal)

Io non l’ho più questo bisogno, perché muoio ogni attimo io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori.
(da Luigi Pirandello)

Ho paura talvolta anche del mio sangue che pulsa nelle arterie come, nel silenzio della notte, un tonfo cupo di passi in stanze lontane.
(da Enrico IV)

Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell’oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano.
(da Luigi Pirandello)

Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.
(da Luigi Pirandello)

E l’amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva.
(da Luigi Pirandello)

Il lume d’una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell’idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione. Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d’un tratto tutti quei lanternoni.
(da Luigi Pirandello)

Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, mettiti le mie scarpe, percorri il cammino, che ho percorso io.
(da Luigi Pirandello)

Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate.
(da Luigi Pirandello)

Vivi gli anni che ho vissuto e cadi la dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.
(da Luigi Pirandello)

Oh levità deliziosa dell’anima; serena, ineffabile ebbrezza! La Fortuna mi aveva sciolto di ogni intrico, all’improvviso, mi aveva sceverato dalla vita comune, reso spettatore estraneo della briga in cui gli altri si dibattevano ancora.
(da Il fu Mattia Pascal)

Un caso della vita può essere assurdo; un’opera d’arte, se è opera d’arte, no. Ne segue che tacciare d’assurdità e d’inverosimiglianza, in nome della vita, un’opera d’arte è balordaggine. In nome dell’arte, sì; in nome della vita, no.
(da Avvertenza sugli scrupoli della fantasia)

Perché la vita, per tutte le sfacciate assurdità, piccole e grandi, di cui beatamente è piena, ha l’inestimabile privilegio di poter fare a meno di quella stupidissima verosimiglianza, a cui l’arte crede suo dovere obbedire.
(da Avvertenza sugli scrupoli della fantasia)

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Aforismi di Pirandello

Molti versi di Luigi Pirandello, contenuti ne Il fu Mattia Pascal, nelle sue novelle o nelle sue opere teatrali sono dei veri e propri messaggi motivazionali e offrono spunti di riflessione importanti. Pirandello, con gli aforismi proposti di seguito, ha indagato la vita, l’amore e le pene dell’essere umano. In basso sono riportati tanti aforismi del poeta siciliano in grado di far ragionare sulla natura dell’uomo.
Scegli, tra le frasi celebri di Pirandello quella che racchiude meglio anche il tuo pensiero.

I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico.
(da Foglietti)

Amicizia vuol dire confidenza.
(da Il fu Mattia Pascal)

Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.
(da Novelle per un anno)

Il pensiero più fastidioso e più affliggente che si possa avere, vivendo: quello della morte.
(da Il fu Mattia Pascal)

L’umorismo, per lo specialissimo contrasto essenziale in esso, inevitabilmente scompone, disordina, discorda.
(da L’umorismo)

Quando tu riesci a non aver più un ideale, perché osservando la vita sembra un enorme pupazzata, senza nesso, senza spiegazione mai.
(da lettera alla sorella Lina)

Ogni cosa finché dura porta con sé la pena della sua forma, la pena d’esser così e di non poter essere più altrimenti.
(da Luigi Pirandello)

Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così.
(da Così è (se vi pare))

Il male della scienza, guardi, signor Meis, è tutto qui: che vuole occuparsi della vita soltanto.
(da Il fu Mattia Pascal)

La vita non si spiega; si vive.
(da I Quaderni di Serafino Gubbio)

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In cuor di donna quanto dura amore? (Ore) Ed ella non mi amò quant’io l’amai? (Mai)
(da Il fu Mattia Pascal)

L’umorismo non ha affatto bisogno d’un fondo etico, può averlo o non averlo: questo dipende dalla personalità, dall’indole dello scrittore.
(da L’umorismo)

L’educazione è la nemica della saggezza, perché l’educazione rende necessarie tante cose di cui, per essere saggi, si dovrebbe fare a meno.
(da Il piacere dell’onestà)

Sorte miserabile quella dell’eroe che non muore, dell’eroe che sopravvive a se stesso.
(da I vecchi e i giovani)

Ho accumulato tanta bile e tanto odio, io, contro tutta questa schifosa umanità, che veramente credo d’aver ormai in questi occhi la potenza di far crollare dalle fondamenta una intera città!
(da Novelle per un anno)

Vivo alla morte, ma morto alla vita.
(da Il fu Mattia Pascal)

Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni!
(da Enrico IV)

Perché civile, esser civile, vuol dire proprio questo: dentro, neri come corvi; fuori, bianchi come colombi; in corpo fiele; in bocca miele.
(da L’uomo, la bestia e la virtù)

In che consiste la vera ricchezza, la vera felicità? Nell’aver pochi bisogni.
(da I vecchi e i giovani)

Non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto gli altri dentro di te?
(da Ciascuno a suo modo)

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È meglio avere dubbi che false certezze.
(Enrico VI)

Due sole vere infelicità aveva la vita, per coloro sui quali la natura esercita la sua feroce ingiustizia: la bruttezza e la vecchiaia, soggette al disprezzo e allo scherno della bellezza e della gioventù.
(da L’esclusa)

Il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Nell’oggetto insomma amiamo quel che vi mettiamo di noi.
(da Il fu Mattia Pascal)

Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così.
(da Così è, se vi pare)

È molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’esser sempre.
(da Il piacere dell’onestà)

Riponi in uno stipetto un desiderio, aprilo. Vi troverai un disinganno.
(da Novelle per un anno)

Nulla è più complicato della sincerità.
(da Novelle per un anno)

Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti.
(da Ciascuno a suo modo)

Tutti riconosciamo volentieri la nostra infelicità; nessuno, la propria malvagità.
(da I Quaderni di Serafino Gubbio)

La civiltà vuole che si auguri il buon giorno a uno che volentieri si manderebbe al diavolo; ed essere bene educati vuol dire appunto esser commedianti.
(da L’uomo, la bestia e la virtù)

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Pirandello: Uno nessuno e centomila frasi

È uno dei romanzi celebri di Pirandello. Vitangelo Moscarda, il protagonista del testo, decide di cambiare vita, abbandonando il lavoro, la routine e l’agiatezza per reinventarsi ogni giorno come un personaggio diverso. In basso sono riportare frasi di Pirandello di Uno nessuno e centomila che ripercorrono la trasformazione interiore vissuta da Vitangelo. In realtà Pirandello, con le frasi di Uno nessuno e centomila ha regalato al lettore pensieri sull’esistenza, la diversità e la follia unici.

Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.
(da Uno, nessuno e centomila)

Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.
(da Uno, nessuno e centomila)

Le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito.
(da Uno, nessuno e centomila)

L’uomo piglia a materia anche se stesso, e si costruisce, sissignori, come una casa. Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch’io possa conoscervi se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro?
(da Uno, nessuno e centomila)

La realtà che ho io per voi è nella forma che voi mi date; ma è realtà per voi e non per me; la realtà che voi avete per me è nella forma che io vi do; ma è realtà per me e non per voi; e per me stesso io non ho altra realtà se non nella forma che riesco a darmi. E come? Ma costruendomi, appunto.
(da Uno, nessuno e centomila)

Che fai? Mia moglie mi domandò, vedendomi insolitamente indugiare davanti allo specchio.
Niente, le risposi, mi guardo qua, dentro il naso, in questa narice. Premendo, avverto un certo dolorino. Mia moglie sorrise e disse: credevo ti guardassi da che parte ti pende.
(da Uno, nessuno e centomila)

Non mi pareva affatto che quelli che m’erano passati avanti e avevano percorso tutta la via, ne sapessero in sostanza più di me. M’erano passati avanti, non si mette in dubbio, e tutti braveggiando come tanti cavallini; ma poi, in fondo alla via, avevano trovato un carro: il loro carro; vi erano stati attaccati con molta pazienza, e ora se lo tiravano dietro.
(da Uno, nessuno e centomila)

Non è altro che questo, epigrafe funeraria, un nome. Conviene ai morti. A chi ha concluso. Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude.
(da Uno, nessuno e centomila)

Alle mie sgridate, s’acculava, alzava e scoteva una delle due zampine davanti, sternutiva, poi con un’orecchia su e l’altra giù stava a guardarmi, proprio con l’aria di credere che non era possibile, non era possibile che a una cagnolina bellina come lei non fosse lecito entrare in una chiesa.
(da Uno, nessuno e centomila)

Gli uomini, vedi? hanno bisogno di fabbricare una casa anche ai loro sentimenti. Non basta loro averli dentro, nel cuore, i sentimenti: se li vogliono vedere anche fuori, toccarli e costruiscono loro una casa.
(da Uno, nessuno e centomila)

Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele, e io nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio.
(da Uno, nessuno e centomila)

pirandello uno nessuno centomila

Abbiamo creduto d’intenderci, non ci siamo intesi affatto.
(da Uno, nessuno e centomila)

Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: mi pende? A me? Il naso?
(da Uno, nessuno e centomila)

Cominciò da questo il mio male. Quel male che doveva ridurmi in breve in condizioni di spirito e di corpo così misere e disperate che certo ne sarei morto o impazzito, ove in esso medesimo non avessi trovato (come dirò) il rimedio che doveva guarirmene.
(da Uno, nessuno e centomila)

L’uomo non si dà per vinto. Ricostruisce, ricostruisce, bestiolina pervicace. E tutto è per lui materia di ricostruzione. Perché ha in sé quella tal cosa che non si sa che sia, per cui deve per forza costruire, trasformare a suo modo la materia che gli offre la natura ignara, forse e, almeno quando vuole, paziente.
(da Uno, nessuno e centomila)

Mi si fissò invece il pensiero ch’io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m’ero figurato d’essere.
(da Uno, nessuno e centomila)

La solitudine non è mai con voi, è sempre senza di voi, è soltanto possibile con un estraneo attorno.
(da Uno, nessuno e centomila)

Avrei potuto, è vero, consolarmi con la riflessione che, alla fin fine, era ovvio e comune il mio caso, il quale provava ancora un’altra volta un fatto risaputissimo, cioè che notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.
(da Uno, nessuno e centomila)

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
(da Uno, nessuno e centomila)

Ma che altro avevo io dentro, se non questo tormento che mi scopriva nessuno e centomila?
(da Uno, nessuno e centomila)

Forse s’intendono, con quel canto e con questo scricchiolio, l’uccello imprigionato e il noce ridotto seggiola.
(da Uno, nessuno e centomila)

Diciamo dunque che è in noi ciò che chiamiamo pace. Non vi pare?
(da Uno, nessuno e centomila)

La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola, domani libro o vento. Il libro che leggo, il vento che bevo.
(da Uno, nessuno e centomila)

Vedere le cose con occhi che non potevano sapere come gli altri occhi intanto le vedevano. Parlare per non intendersi.
(da Uno, nessuno e centomila)

Non valeva più nulla essere per sé qualche cosa. E nulla più era vero, se nessuna cosa per sé era vera. Ciascuno per suo conto l’assumeva come tale e se ne appropriava per riempire comunque la sua solitudine e far consistere in qualche modo, giorno per giorno, la sua vita.
(da Uno, nessuno e centomila)

Perché bisogna che lei fermi un attimo in sé la vita, per vedersi. Come davanti a una macchina fotografica. Lei s’atteggia. E atteggiarsi è come diventare statua per un momento.
(da Uno, nessuno e centomila)

Quando uno vive, vive e non si vede. Conoscersi è morire.
(da Uno, nessuno e centomila)

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E come possiamo intenderci se nelle parole che io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé del mondo come egli l’ha dentro?
(da Sei personaggi in cerca d’autore)

Siamo usciti or ora dalla città; cioè, sì, da un mondo costruito: case, vie, chiese, piazze; non per questo soltanto, però, costruito, ma anche perché non ci si vive più così per vivere, come queste piante, senza saper di vivere; bensì per qualche cosa che non c’è e che vi mettiamo noi; per qualche cosa che dia senso e valore alla vita: un senso, un valore che qua, almeno in parte, riuscite a perdere, o di cui riconoscete l’affliggente vanità.
(da Uno, nessuno e centomila)

Ero rimasto così, fermo ai primi passi di tante vie, con lo spirito pieno di mondi, o di sassolini, che fa lo stesso.
(da Uno, nessuno e centomila)

Ci vorrebbe un po’ più d’intesa tra l’uomo e la natura. Troppo spesso la natura si diverte a buttare all’aria tutte le nostre ingegnose costruzioni.
(da Uno, nessuno e centomila)

Se avete preso moglie, o anche materialmente, se avete rubato e siete stato scoperto; se avete ucciso, come spire e tentacoli vi avviluppano le conseguenze delle vostre azioni; e vi grava sopra, attorno, come un’aria densa, irrespirabile, la responsabilità che per quelle azioni e le conseguenze di esse, non volute o non previste, vi siete assunta. E come potete più liberarvi?
(da Uno, nessuno e centomila)

Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.
(da Uno, nessuno e centomila)

Quando un atto è compiuto, è quello; non si cangia più.
(da Uno, nessuno e centomila)

La vita si muove di continuo, e non può mai veramente vedere se stessa.
(da Uno, nessuno e centomila)

Ma il guaio è che voi, caro mio, non saprete mai come si traduca in me quello che voi mi dite. Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi, la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? Vuote, caro mio. E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele; e io, nell’accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d’intenderci; non ci siamo intesi affatto.
(da Uno, nessuno e centomila)

Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me come per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io; e la stessa cosa non è uguale per tutti e anche per ciascuno di noi può di continuo cangiare, e difatti cangia di continuo. Eppure, non c’è altra realtà fuori di questa, se non cioè nella forma momentanea che riusciamo a dare a noi stessi, agli altri, alle cose.
(da Uno, nessuno e centomila)

E come possiamo intenderci se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé del mondo come egli l'ha dentro? (da Sei personaggi in cerca d'autore

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Maschere di Pirandello: frasi

Pirandello ha sempre indagato sul rapporto tra identità e ruolo in teatro, ma anche sul nesso controverso tra verità e rappresentazione. In basso sono riportate le frasi tratte dalla raccolta teatrale Maschere nude, alcuni versi de Il fu Mattia Pascal e di Uno, nessuno e centomila in cui l’autore si interroga sul senso della finzione. Pirandello, con le frasi sulla maschera in basso, ha voluto regalare il suo pensiero sull’essere umano e la finzione artistica.

Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
(da Luigi Pirandello)

Non ci si bada, ma tutti disperdiamo ogni giorno o soffochiamo in noi il rigoglio di chi sa quanti germi di vita, possibilità che sono in noi, obbligati a continue rinunzie, a menzogne, a ipocrisie.
(da Maschere nude)

Un romanzo, cara, o si scrive o si vive.
(da Maschere nude)

Io sono realmente come mi vede lei! Ma ciò non toglie che io sia anche realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la signora qua, che anche loro non si ingannano affatto!
(da Maschere nude)

Non ci si bada, ma tutti disperdiamo ogni giorno o soffochiamo in noi il rigoglio di chi sa quanti germi di vita.
(da Maschere nude)

Se mi fermo a guardarli un po’ addentro negli occhi con questi miei occhi intenti e silenziosi, ecco che subito s’adombrano.
(da Maschere nude)

Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.
(da Maschere nude)

C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno.
(da Uno, nessuno e centomila)

“Beate le marionette”, sospirai, “Su le cui teste di legno il finto cielo si conserva senza strappi! Non perplessità angosciose, né ritegni, né intoppi, né ombre, né pietà. Nulla!”.
(da Maschere nude)

pirandello maschera frasi
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.
(da Luigi Pirandello)

Le marionette possono attendere bravamente e prender gusto alla loro commedia e amare e tener se stesse in considerazione e in pregio, senza soffrir mai vertigini o capogiri, poiché per la loro statura e per le loro azioni quel cielo è un tetto proporzionato.
(da Il fu Mattia Pascal)

Studio la gente nelle sue più ordinarie occupazioni, se mi riesca di scoprire negli altri quello che manca a me per ogni cosa ch’io faccia: la certezza che capiscano ciò che fanno.
(da Maschere nude)

Taluni anzi si smarriscono in una perplessità così inquieta, che se per poco io seguitassi a scrutarli, m’ingiurierebbero o m’aggredirebbero.
(da Maschere nude)

Sconsolante è quindi il quadro di questa società, fondata sul nulla della finzione della convinzione del credere vero quello che si sa non essere tale.
(da Maschere nude)

È sicura anche lei di toccarmi come mi vede? Non può dubitare di lei. Ma per carità, non dica a suo marito, né a mia sorella, né a mia nipote, né alla signora qua, come mi vede, perché tutt’e quattro altrimenti le diranno che lei s’inganna. Mentre lei non s’inganna affatto!
(da Maschere nude)

Questa cosa orribile, che fa veramente impazzire: che se siete accanto a un altro, e gli guardate gli occhi potete figurarvi come un mendico davanti ad una porta in cui non potrà mai entrare.
(da Maschere nude)

Vi vedo così affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così.
(da Maschere nude)

Dio, che cosa spaventosa non sentirsi più pensata da nessuno!
(da Maschere nude)

I fatti sono il passato, quando l’animo cede e la vita li abbandona.
(da Maschere nude)

Il sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro. Il gusto della vita ci viene di là, dai ricordi che ci tengono legati. Ma legati a che cosa? A questa sciocchezza qua, a queste noie, a tante stupide illusioni, insulse occupazioni.
(da Maschere nude)

aforismi di pirandello
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volto.
(da Maschere nude)

Non sai più trovargli posto in te, perché anche tu sei cangiato, e non riesci più a risentirti vivo in esso, pur vedendo che sì, era vita tua, come tu forse eri ma non per te! Come parlavi, come guardavi, come ti muovevi nel ricordo di quell’altro, senza essere tu.
(da Maschere nude)

Nella strada vidi la mia vita, non so, col senso che non esistesse più, come sognata, con le cose che mi stavano attorno, le rare persone che passavano per quel giardino di mezzogiorno, gli alberi, quei sedili. E non volli, non volli esser più niente.
(da Maschere nude)

Vestire gli ignudi, servire, obbedire, non potere esser niente. Un abito di servizio, sciupato, che ogni sera si appende al muro, a un chiodo.
(da Maschere nude)

Non puoi capirla, tu, questa cosa orribile, d’una vita che ti ritorna, così come un ricordo che invece d’esserti dentro, ti viene, ti viene, inatteso, da fuori. Così cangiato, che stenti a riconoscerlo.
(da Maschere nude)

I fatti sono come si assumono; e allora, nello spirito, non sono più fatti: ma vita che appare, così o in altro modo.
(da Maschere nude)

Perché, caro signore, non sappiamo da che cosa sia fatto, ma c’è, c’è, ce lo sentiamo tutti qua, come un’angoscia nella gola, il gusto della vita, che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita, nell’atto stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di sé stessa, che non si lascia assaporare.
(da Maschere nude)

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Quando tuo padre t’ha messo al mondo, caro, il fatto è fatto. Non te ne liberi più finché non finisci di morire.
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)

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Pirandello: immagini

Dopo le frasi del poeta di Agrigento, ecco tante immagini di Pirandello. In basso sono illustrare immagini con frasi celebri di Pirandello, tratte dalle sue opere più famose.
Non resta che scegliere, tra le immagini con le frasi di Pirandello, quella più bella da dedicare.

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Notiamo facilmente i difetti altrui e non ci accorgiamo dei nostri.
(da Uno, nessuno centomila)
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Mi si fissò invece il pensiero ch’io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m’ero figurato d’essere.
(da Uno, nessuno centomila)
pirandello frasi celebri
Chi più m’ingannò, m’ingannò meno.
(da Uno, nessuno centomila)
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Quando uno è contento di sé stesso, ama l’umanità.
(da Ciascuno a suo modo)
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Ogni realtà è un inganno.
(da Uno, nessuno centomila)
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Se noi conosciamo che errare è dell’uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?
(da Il fu Mattia Pascal)
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Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!
(da Il berretto a sonagli)
frasi luigi pirandello
Le mogli? Fatte apposta per scoprire i difetti del marito.
(da Il fu Mattia Pascal)

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frasi di pirandello
Ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa.
(da Novelle per un anno)
aforismi pirandello
Confidarsi con qualcuno, questo sì è veramente da pazzo!
(da Enrico VI)
pirandello uno nessuno centomila
Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti.
(da Quaderni di Serafino Gubbio operatore)
pirandello maschera frasi
Se per gli altri non ero quel che finora avevo creduto d’essere per me, chi ero io?
(da Il fu Mattia Pascal)

frasi sul teatro di pirandello
Ma credi sul serio che per amare ci sia bisogno di sapere come si ama?
(da Maschere nude)
frase pirandello
Fu un attimo, ma l’eternità.
(da Uno, nessuno e centomila)

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Video con frasi di Luigi Pirandello

Oltre alle frasi e alle immagini di Pirandello, ecco una selezione di filmati con i pensieri del poeta Siciliano. In basso sono riportati video con le frasi sul teatro di Pirandello, ma anche i versi dei suoi romanzi e delle sue novelle.

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Simona Tranquilli
Appassionata di giornalismo e comunicazione ho fatto della mia passione una professione. Laureata in “Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo”, lavoro nel mondo del giornalismo dall'età di 20 anni. Mamma di due fantastici figli, amo i bambini e il loro mondo spensierato perchè, rubando le parole a Dante Alighieri, “tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini”.