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La vita in Aforismi

Immagini e frasi di Bukowski: 383 aforismi da condividere

Charles Bukowski è un’icona della letteratura contemporanea grazie al suo essere cinico e dissacrante. Scopriamo insieme la sua vita e il suo stile attraverso le più belle frasi di Bukowski, sull’amore, sulla vita e su tanti altri argomenti!

Bukowski: frasi

Heinrich Karl Bukowski, meglio conosciuto come Charles Bukowski o con il nome del suo alter ego letterario, Henry Chinaski è stato uno degli scrittori e poeti contemporanei più famosi e importanti.
Ripercorriamone le vita personale e artistica attraverso citazioni, aforismi e frasi di Bukowski, tutte da scoprire e condividere, per avvicinarsi alle sue opere.

Frasi di Bukowski sul mondo e sulla gente

Charles Bukowski nasce in Germania nel 1920, ma nel 1923 la sua famiglia si trasferisce negli Stati Uniti a causa della crisi economica tedesca post-bellica.
Gli anni giovanili di Bukowski sono segnati dalla timidezza e dalla solitudine, ma è proprio in questi anni che sviluppa la sua consapevolezza e la sua opinione del mondo che lo circonda.
Per iniziare il viaggio nella vita di Bukowski, frasi sul mondo e sulla gente tratte dalle sue opere, che dimostrano tutta la ruvidità e il realismo sporco, come è stato definito il suo stile, di questo grande scrittore e poeta.

Mi sono trovato a camminare in un mare di fango sotto una pioggia fine e ho pensato, caspita, devi essere matto come dicono altrimenti perché continueresti a camminare in questo fango?

Sono un essere altamente asociale e tremendamente socievole. Ecco perché ascolto tutti, ma parlo con pochi.

Sulla via per l’inferno c’è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine.

Paradossalmente la gente che crede di sapere sempre tutto è proprio quella che non capisce mai un cazzo.

Solo un testa di cazzo ha una risposta per ogni domanda e una sporta di consigli.

Attenti a quelli che cercano continuamente la folla: da soli non sono nessuno.

La verità sta nelle sfumature.

Il genere umano ha molte debolezze, ma le due principali erano: incapacità di arrivare in orario e incapacità di mantenere le promesse.

Sapete, a volte se un tipo non crede in quello che fa, se la cava molto meglio, perché è libero da implicazioni emotive.

E in qualche modo riuscirai a superare i giorni vuoti e i giorni pieni e i giorni noiosi e i giorni detestabili e i giorni straordinari, tutti così piacevoli e così deludenti perché noi siamo tutti così simili e così diversi.

Se vivi in un armadio con i topi e mangi pane vecchio ti vogliono bene. In quel caso sei un genio.

Che fine ha fatto la semplicità? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo.

Mai fidarsi di quelli che vanno in giro in tuta.

Mantieni il tuo io con umorismo e benevolenza, e alla fine se necessario, scommetti sulla tua vita mentre combatti, fottitene dei pronostici, fottitene del prezzo.

A volte le cose sono proprio come sembrano, ecco tutto.

“Mi scusi,” ha detto, “lei è Charles Bukowski?”
“Charles Darwin,” ho risposto e l’ho piantato lì.

Ci vuole un certo dosaggio, fra solitudine e folla. Un certo equilibrio ecco il trucco, per non finire fra quattro pareti imbottite.

Hai visto che occhi? È malato. È malato di sogni. Siamo tutti malati di sogni. Ecco perché siamo qui.

Tentai il suicidio 2 o 3 volte ma fallii per una ragione o l’altra: semplicemente, non ero un buon suicida professionista.

La tristezza è causata dall’intelligenza. Più comprendi certe cose, e più vorresti non comprenderle.

Io non son bravo con le parole. Direi però, dato che tutti ci s’adatta alle circostanze, che certe cose accrescono la tua esperienza, anche se magari non si tratta di saggezza. È possibile peraltro che uno resti per tutta la vita nell’errore, vivendo in uno stato come d’intontimento o di paura. Ne avrete viste, di queste facce. Io ho visto la mia.

Detesto i prati. Tutti hanno un prato con l’erba. E quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.

La differenza tra Democrazia e Dittatura è che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c’è bisogno di sprecare il tempo andando a votare.

Avevo gli occhi tristi e le scarpe vecchie e nessuno mi voleva bene. Ma avevo da fare.

Il migliore interprete dei sogni è chi li fa.

Il mondo vivrebbe molto più facilmente senza libri che senza fogne. E ci sono posti sulla terra dove ce ne sono pochi degli uni e poche delle altre. Io naturalmente preferirei vivere senza fogne, ma io sono malato. Eppure mi alzo e mi sento un guscio vuoto.

“Danforth appese i corpi uno a uno dopo che l’asciugatrice meccanica ebbe finito di strizzarli. Bagley sedeva ai telefoni. “quanti ne abbiamo fatti?”
“19. Proprio una buona giornata.”
“Merda, è proprio cosí. sembra proprio una buona giornata. quanti ne abbiamo piazzati ieri?”
“14.”
“Discreto, discreto. Se continuiamo così faremo un mucchio di grano. L’unica preoccupazione che ho è che potrebbero chiuder baracca in Vietnam,” disse Bagley dei telefoni.

Sicuro? La sicurezza si poteva averla anche in galera. Tre metri quadrati tutti per voi senza affitto da pagare, senza conti della luce e del telefono, senza tasse, senza alimenti. Senza tassa di circolazione. Senza multe. Senza fermi per ogni guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite. La compagnia di persone con gli stessi interessi. Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti.

L’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.

Il fatto è che prendere il culo e portarlo un po’ fuori da qui mi costringe a guardare l’Umanità e quando guardi l’Umanità devi PER FORZA reagire. È tutto troppo, un horror show continuo. Sì, laggiù mi annoio, sono terrorizzato, ma per il momento mi sento anche una specie di studioso. Uno studioso dell’inferno.

È sempre un processo di lasciar perdere, in un modo o nell’altro.

La sanità mentale è un’imperfezione.

Resistere ha senso solo se ne esci con qualcosa in mano alla fine. Ma resistere tanto per resistere è l’infelice condizione di milioni di persone.

Alcune persone non impazziscono mai. Che vite davvero orribili devono condurre.

“Siamo pieni di niente” dicevano “e per noi niente è pieno…”.

Eravamo di nuovo in America e il tassametro ticchettava e tutto quello che avevo da fare era scrivere ancora una volta.

Per ogni Giovanna d’Arco c’è un Hitler appollaiato dall’altra estremità dell’altalena. La vecchia storia del bene e del male.

La schiavitù non è stata eliminata affatto, è solo stata allargata fino a comprendere i nove decimi della popolazione.

I furbi ci fottono sempre al momento giusto, nel posto giusto, col sorriso giusto. Camminano con sprezzo anche sopra la loro merda.

E in qualche modo riuscirai a superare i giorni vuoti e i giorni pieni e i giorni noiosi e i giorni detestabili e i giorni straordinari, tutti così piacevoli e così deludenti perché noi siamo tutti così simili e così diversi.

Non arrivavo da nessuna parte, e neanche il resto del mondo, per quello. Stavamo tutti in giro in attesa di morire e nel frattempo facevamo alcune cosette per riempire lo spazio. Certuni non facevano neanche le cosette. Eravamo delle verdure.

Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme.

Bel quartiere. Definizione di bel quartiere: un posto dove non puoi permetterti di vivere.

A volte devi solo fare pipì nel lavandino.

Ecco di cosa avevano paura gli uomini. non solo di essere rinchiusi una volta per tutte. ma anche di non avere un solo amico. così, non meravigliatevi, pensai, una situazione così TI FA venire lo scagnazzo. ti può AMMAZZARE. il loro trucchetto semplice semplice è quello di farti entrare nella civiltà e di bloccarti dentro. di obbligarti ad aver tessere d’ogni tipo nel portafoglio. soldi. assicurazione. automobile. letto. finestra. cesso. gatto. cane. piante. strumenti musicali. certificato di nascita. cose con cui incavolarsi. nemici. seguaci. sacchi di farina. stuzzicadenti. culo non affetto da contagio. vasca da bagno. macchina fotografica. sciacqui per bocca. oh mio dio, ooo. serratura (tuffatici dentro, nuotaci dentro, grattagli la schiena) (tutto quel che avete – infilatevi nel cuore cose come un paio di pinze, ali di gomma, un cazzo di ricambio nella cassetta dei medicinali.

I nostri peccati vengon fabbricati in cielo per creare il nostro inferno, di cui evidentemente abbiamo bisogno.

Maledetti noiosi. Su tutta la Terra. Che diffondono altri maledetti noiosi. Che spettacolo dell’orrore. La Terra ne brulicava.

Dicono che l’acqua abbia sorretto Cristo: per uscirne indenni spero che siate quasi altrettanto fortunati.

C’è una dozzina di modi per perdere una corsa e un modo solo per vincerla.

Il matrimonio, Dio, i figli, i parenti e il lavoro. Non ti rendi conto che qualsiasi idiota può vivere così e che la maggior parte lo fa?

Resistere significa semplicemente tirare fuori i coglioni e meno sono le chance più dolce è la vittoria.

Quando arrivai a New Orleans mi assicurai di non alloggiare in un casino, anche se tutta la città ci assomigliava.

Era come fare un lancio col paracadute. Se non si apre non ci si può mica incazzare con qualcuno.

La maggior parte degli uomini lavoro otto ore al giorno almeno cinque giorni la settimana. E neanche loro amano la vita. Non c’è ragione per uno che lavora otto ore al giorno di amare la vita, perché è uno sconfitto. Si dorme otto ore, si lavoro otto ore, si va avanti e indietro, tutte le piccole cose che si hanno da fare. […] Come si può amare la vita se si vive soltanto un’ora e mezzo al giorno e si buttano via tutte le altre ore? E questo è quello che ho fatto per tutta la vita. E non l’ho amato. Credo che chiunque lo ami sia un grande idiota. Non c’è modo di poter amare questo genere di vita.

Credo che non viaggerò mai più. Viaggiare non è altro che una seccatura: di problemi ce ne sono sempre più che a sufficienza dove sei.

Sono i tipi eccezionali che fanno girare il mondo. Loro fanno i miracoli, mentre noi ce ne stiamo con il culo ammollo.

La razza umana esagera tutto: i propri eroi, i propri nemici, la propria importanza.

I grandi uomini sono i più soli.

Pensate a tutti i milioni di persone che vivono insieme anche se non gli piace, che odiano il loro lavoro e sono spaventati all’idea di perderlo: non c’è da stupirsi che le loro facce abbiano l’aspetto che hanno.

A volte mi sento come fossimo tutti prigionieri di un film. Sappiamo le battute, sappiamo dove metterci, come recitare, manca solo la macchina da presa. Però non possiamo uscire dal film. Ed è un brutto film.

Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.

Capita a tutti, soprattutto ai giovani, di pensare di avere il mondo in pugno, e a volte è anche vero. Ma nell’attimo stesso in cui uno è convinto che tutto vada per il meglio, ci sono leggi statistiche che lavorano alle sue spalle, pronte a fregarlo.

Io sono il lungo ritorno a casa in macchina al buio, sotto la pioggia, io sono decenni e decenni di corse fatte e vinte e perse e corse di nuovo e io sono me stesso seduto con in mano un programmo e le liste di partenza.

Ovunque vada la folla tu corri dall’altra direzione. Loro si sbagliano sempre.

Siete tutti così bravi, siete tutti così fighi, siete tutti così giusti eppure là fuori il mondo è ancora pieno di gente di merda.

Duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? Poliziotti che cercano di tener insieme una merda che va in putrefazione, e che altro? Guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il conto, non ci fai più caso, lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa da poliziotti, oppure no.

I cani avevano le pulci, gli uomini un sacco di guai.

Io non sapevo conversare né ballare. Tutti sapevano qualcosa che io non sapevo.

Quello che più mi piace, mi sa, è che nel tempo tutto si risolve, si aggiusta, si cicatrizza, indipendentemente da quel che penso o faccio.

La gente la sera è in libertà provvisoria dalle fabbriche, dai magazzini, dalle stazioni di servizio, dai macelli. Il giorno dopo tornano dentro, ma adesso sono fuori, ubriachi di libertà. Non pensano alla schiavitù della povertà. I ricchi staranno bene finché i poveri non impareranno a costruire bombe atomiche nei loro seminterrati.

Tanta gente urla la verità, ma senza stile è inutile, non serve.

Mostratemi un uomo che abita solo e ha la cucina perpetuamente sporca e, 5 volte su 9, vi mostrerò un uomo eccezionale. Charles Bukowski, 27 giugno 1967, alla 19° birra.

I Capi? Senz’anima e di mediocre intelletto, implacabili con i subalterni.

Ecco come il mondo finì, non con una bomba atomica, ma con merda merda merda.

E me ne stavo lì a parlare con i morti.

Ero dotato, sono dotato. A volte mi guardo le mani e mi rendo conto che sarei potuto diventare un grande pianista o qualcosa del genere. Ma che cos’hanno fatto, le mie mani? Mi hanno grattato le palle, hanno scritto assegni, hanno allacciato le scarpe, hanno tirato la catena del water ecc. Ho sprecato le mani. E la testa.

L’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco. Diffidatene. Lo stato della sua cucina e quello della sua mente coincidono: costui, così preciso e ordinato, si è in realtà lasciato condizionare dalla vita.

La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.

La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida.

La gente è fortunata. Le piace tutto: coni gelati, concerti rock, cantare, ballare, odio, amore, masturbazione, panini col würstel, balli folk, Gesù Cristo, i pattini a rotelle, lo spiritualismo, il capitalismo, il comunismo, la circoncisione, i fumetti, Bob Hope, lo sci, la pesca, l’omicidio, il bowling, i dibattiti. Tutto. Non hanno molto, perché non si aspettano molto. Ma sono una grande banda.

Scendere dal letto il mattino era come affrontare il muro vuoto dell’Universo.

La monotonia, un lavoro fisso che non portava a niente, anime che cercavano altre anime per sfuggire a imbarazzanti silenzi e una città senza stimoli che cercava di camuffare la noia dietro falsi sorrisi, musica assordante e belle gambe inavvicinabili. Niente di buono. Ma era incredibile come la gente riusciva ad adattarsi.

L’autostrada ti ricorda sempre un po’ com’è la gente. È una società competitiva. Vogliono che tu perda così possono vincere loro. E una questione innata e in autostrada viene fuori. Quelli che vanno piano vogliono bloccarti, quelli che vanno forte vogliono superarti.

Per essere uomo di mondo mi comportavo proprio come uno studentello.

La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno; mi sembra la soluzione più sensata.

Mi annoiano a morte quegli intelletti preziosi che devono dir diamanti ogni volta che aprono bocca. m’annoio a dover lottare per ogni alito di vento che faccia respirar la mente. ecco perché mi sono tenuto lontano dalla gente per così tanto tempo. e adesso che vado in società, scopro che devo tornare nella mia caverna. ci sono altre cose oltre alla mente: gli insetti, i palmizi, i macinini da pepe, e io terrò un macinino da pepe nella mia caverna. così, allegria.

La gente non ha bisogno di affetto. Quello di cui ha bisogno è il successo, in una forma o nell’altra. Magari successo in amore, ma non necessariamente.» «La Bibbia dice, “Ama il prossimo tuo”» «Potrebbe anche voler dire lascialo in pace. Vado a comprare un giornale.

Finalmente inghiottì la sua lumaca. Poi si mise a studiare quelle che aveva nel piatto.
«Hanno tutte il loro minuscolo buco di culo! È orribile! Orribile!».
«Che cos’ha di orribile il buco del culo, tesoro?».
Si mise il tovagliolo davanti alla bocca. Si alzò e corse in bagno. Cominciò a vomitare. Le gridai dalla cucina: «Che cosa c’è che non va nel buco del culo, piccola? Tu ce l’hai il buco del culo e anch’io ce l’ho il buco del culo! Quando vai a comprare una bistecca di manzo, quel manzo aveva il buco del culo! Il mondo è pieno di buchi di culo! In un certo senso anche gli alberi hanno il buco del culo solo che non si vede, è coperto dalle foglie. Il tuo buco del culo, il mio buco del culo, al mondo ci sono miliardi di buchi di culo. Il presidente ha il buco del culo, il ragazzo del lavaggio macchine ha il buco del culo, il giudice e l’assassino hanno il buco del culo… Perfino Spilla Viola ha il buco del culo!

Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media.

Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova. Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi, si tratta fondamentalmente della paura di essere soli. Invece a me fa paura la folla.

A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro.

Passai accanto a 200 persone e non riuscii a vedere un solo essere umano.

Le due più grandi invenzioni dell’uomo sono il letto e la bomba atomica: il primo ti tiene lontano dalle noie, la seconda le elimina.

Per poco che abbia, un uomo, s’accorge che potrebbe aver anche di meno.

[Dopo averlo ucciso] Si sentì prendere da un improvviso rimorso. Che strano. Adesso gli voleva bene. Era stato un uomo particolare, un uomo d’eccezione, e famoso. Era invecchiato. Ma quella non era una colpa. Ora lei non voleva i suoi quattrini. Voleva solo che lui vivesse. Lo voleva vicino. Sentì un cane abbaiare in lontananza. il cane era vivo. Quando qualcosa è vivo è unico, straordinario, indipendentemente dalle circostanze.

C’erano parecchie cose che mi facevano diventare sentimentale: le scarpe di una donna sotto il letto; una forcina dimenticata sul tavolo da toilette; quel loro modo di dire; i nastri per capelli; camminare lungo il boulevard all’1.30 di pomeriggio, due persone, un uomo e una donna, insieme; le lunghe notti passate a bere e a fumare, a parlare; le liti; il pensiero del suicidio; mangiare insieme e star bene; le battute, le risate senza senso; sentire la magia nell’aria, star chiusi insieme in una macchina parcheggiata; parlare dei propri amori finiti alle 3 di notte; sentirsi dire che si russa, sentirla russare; madri, figlie, figli, gatti, cani; a volte la morte e a volte il divorzio, me sempre andare fino in fondo; leggere il giornale da solo in una tavola calda e avere la nausea perché lei adesso è la moglie di un dentista con un quoziente di intelligenza di 95; gli ippodromi, i parchi, i picnic al parco; perfino le galere; i suoi amici noiosi, i tuoi amici noiosi; il tuo bere, il suo ballare; il suo flirtare, il tuo flirtare; le sue pillole, le tue scopate clandestine, le sue scopate clandestine; dormire insieme…

Che differenza c’è tra un galeotto e l’uomo della strada?» «Il galeotto è un perdente che ci ha provato.

S’incomincia a salvare il mondo salvando un uomo alla volta. Tutto il resto è magniloquenza romantica o politica.

L’uomo è la fogna dell’universo.

Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Buddha, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta. Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.

Voglio dire, potrei essere chiunque, che importanza ha? Che cosa c’è in un nome?

Spero che la macchina parta. Spero che il lavandino non sia ingorgato. Sono contento di non essermi scopato una studentessa. Sono contento di avere problemi ad andare a letto con le donne che non conosco. Sono contento di essere un idiota. Sono contento di non sapere niente. Sono contento di non essere ancora morto. Quando mi guardo le mani e vedo che sono ancora attaccate ai polsi, mi dico che sono fortunato.

Ci sono delle persone che devono sempre andare da qualche parte; andiamo in barca! Andiamo al cinema! Andiamo a scopare! Andate a cagare tutti quanti, dico sempre io, lasciatemi in pace qui.

Non amo particolarmente la gente. Più lontano ne sto e meglio mi sento.

Chi ha inventato la scala mobile? Gradini che si muovono. Poi si parla di pazzi. Gente che va su e giù per le scale mobili, negli ascensori, che guida automobili, le porte dei garage che si aprono schiacciando un pulsante. Poi vanno in palestra per smaltire il grasso. Fra quattromila anni non avremo più le gambe, strisceremo direttamente sul culo, o forse rotoleremo come matasse di rovi.

Ero alla bancarotta, il governo era alla bancarotta, il mondo era alla bancarotta.

Venne il momento della prima corsa. Henry si avviò verso il settore dei solitari, dei dementi e della brutta gente, quella coi tacchi delle scarpe consumati e con quelle facce, derubate di tutto da tempo immemore, di tutto, salvo la determinazione a tirare avanti, anche senza la minima traccia di speranza o di musica, anche senza la minima speranza di vittoria.

Ma chi cazzo li aveva, i fottuti soldi?

Bukowski detto Gambe d’Elefante, il fallito.

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La testa la si deve perdere in due, altrimenti è un’esecuzione. (Charles Bukowski)

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Bukowski: frasi significative sulla vita

Una volta stabilito in America, Bukowski inizia a frequentare un gruppo di teppistelli e a bere alcolici. Frequenta l’università di Los Angeles per due anni, seguendo corsi di arte, giornalismo e letteratura. Dopodiché, la sua vita è un alternarsi di lavori saltuari e vagabondaggi, sempre al limite della povertà.
Nel frattempo, i suoi scritti vengono pubblicati su giornali underground, pieni di rabbia e amarezza verso la vita e verso l’umanità.
Non sorprende quindi che nelle prossime frasi di Bukowski sulla vita ci sembrino così dure, a tratti quasi violente. Eccone alcune:

Non riesco a affrontare la vita, quando sono sobrio.

La tua vita è la tua vita, non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.

Quando la morte verrà a pigliarci, […] ci sputerà via come un osso già spolpato e pulito da un pezzo, indurito e secco e… che cosa? E niente.

Come cazzo è possibile che a un uomo piaccia essere svegliato alle 6.30 da una sveglia, scivolare fuori dal letto, vestirsi, mangiare a forza, cagare, pisciare, lavarsi i denti e pettinarsi, poi combattere contro il traffico per finire in un posto dove essenzialmente fai un sacco di soldi per qualcun altro e ti viene chiesto di essere grato per l’opportunità di farlo?

La vita non è che un mucchio di guai.

Come m’immagino Dio? Capelli bianchi, barba lunga e niente uccello.

Non so gli altri, ma io al mattino quando mi chino per allacciarmi le scarpe penso: Cristo Onnipotente, e ora? La vita mi fotte, non ce la intendiamo. Devo prenderla a piccole dosi, non tutta assieme.

Io sono il mio dio. Siamo qui per disimparare gli insegnamenti della chiesa di stato, e il nostro sistema educativo. Siamo qui a bere birra. Noi siamo qui per uccidere la guerra. Siamo qui per ridere della probabilità e vivere le nostre vite così bene che la morte tremerà a prenderci.

Mentre aspettavo ammazzai quattro mosche. Accidenti, la morte era dappertutto. Uomini, uccelli, belve, rettili, roditori, insetti, pesci, nessuno aveva la minima probabilità di sfuggirle. Li sistemava tutti. Non sapevo che cosa fare, al riguardo. Mi venne la depressione.

L’uomo nasce per morire. Che significato ha? Stare lì ad aspettare.

Pareva autentico. Ma tante cose paiono autentiche, come le lapidi.

Fiutavo la morte nell’aria. E adesso che la fiutavo non ero poi così sicuro che avesse un buon profumo.

Comunque tutti finivano per crepare, era un dato di fatto. Niente di nuovo. Il problema era l’attesa.

Aspettavano di morire ma non avevano una fretta particolare; c’erano molte cose su cui pensare.

Il giorno dopo mi recai alle Pompe Funebri Porto d’Argento a controllare la situazione. Un settore maledettamente redditizio, quello… niente periodi morti.

Voglio dire, mettiamola così: voi immaginate che niente abbia un senso, ma non può essere che tutto sia così, perché vi rendete conto che non ha senso e questa vostra consapevolezza gli dà quasi un senso. Avete capito quello che intendo? Un pessimismo ottimistico.

Ero un agnostico. Gli agnostici non avevano molto di cui discutere.

Tutti abbiamo udito la donnetta che dice: “oh, è terribile quel che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda.” poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.

La religione va bene negli ospedali. Dio gode di una certa popolarità in posti del genere.

O.K., Signore, diciamo pure che esisti. Sei stato Tu a mettermi in questa situazione. Vuoi mettermi alla prova. E se io mettessi Te, alla prova? E se io decidessi che non esisti? Mi hai messo in un bel guaio, tra i miei genitori e questi foruncoli. Io credo proprio di averlo passato, l’esame. Sono più forte di Te. Se Ti degni di scender giù, adesso, Ti sputo in un occhio, ammesso che Tu ce li abbia, gli occhi. E il culo? Ce l’hai il culo? La fai la cacca? Quel prete non ha mai voluto rispondere a questa domanda. Ci ha detto di non dubitare. Dubitare di che? Io penso che Tu abbia esagerato con me, e allora Ti chiedo di scender giù, di farTi vedere, perché voglio anch’io metterTi alla prova! Aspettai. Niente. Aspettavo Dio. Continuai ad aspettare. Poi mi addormentai, credo.

L’anima non esiste. È tutta una fregatura. gli eroi non esistono. I vincitori non esistono − è tutta una fregatura e una gran cagata. I santi non esistono, i geni non esistono son tutte fregature, tutte favole, è così che va avanti il giochetto. Ognuno cerca solo di tirare a campare e d’aver fortuna − se ci riesce. Il resto non sono che stronzate.

Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla.

Stiamo tutti tentando di farcela, in una maniera o nell’altra, tentando di trovare l’amore, tentando di trovare il sesso, tentando di trovare un po’ di pace e un po’ di senso prima di gettare la spugna.

Era un lavoro impossibile, come tanti altri. Ti ammazzavi di fatica e avresti voluto andartene, poi la fatica aumentava e ti dimenticavi di andartene, e i minuti non passavano mai, e ti sembrava di vivere intrappolato dentro un unico minuto, senza speranza, senza via di scampo, troppo inebetito per tagliare la corda e senza un posto dove rifugiarti se anche l’avessi fatto.

Le uniche persone che conoscono la pietà sono quelle che ne hanno bisogno.

Eccola là, sul divano davanti a me: la signora Morte. Non era mai stata così bella. Che bambola. Non ti lasciava mai nei pasticci. Meglio dell’oro.

Se non vi è rimasta molta anima, e lo sapete, vi resta ancora dell’anima.

Ci sono dei momenti in cui la follia diventa così vera che non è più follia.

Umanità, mi stai sul cazzo da sempre. Ecco il mio motto.

«Dovremo sterilizzare un coltello»
«E come si fa?»
«Sul fornello. Sopra la fiamma. Imbavagliamo il ragazzo e glielo tagliamo via. ZAC! In un attimo è fatta.»
«Non morirà dissanguato?»
«Non ha abbastanza culo.»

Era in quel momento che capivi di essere diventato vecchio, quando te ne stavi seduto a chiederti dove era finito tutto.

La razza umana mi ha sempre, disgustato. Ciò che, in sostanza, me la rende disgustosa è la malattia dei rapporti familiari, il che include il matrimonio, scambio di potere e aiuti, cosa che, come una piaga, come una lebbra, poi diviene: il tuo vicino di casa, il tuo quartiere, la tua città, la tua contea, la tua patria… tutti quanti che s’abbrancano stronzamente gli uni agli altri, nell’alveare della sopravvivenza, per paura e stupidità animalesca.

Diventa bravo in qualsiasi campo, e ti crei subito dei nemici. I campioni vengono innalzati affinché la folla provi poi maggior gusto a vederli rotolare, battuti, fra la merda, e goda a subissarli di fischi.

Datemi la carica come a un giocattolo, fatemi cadere oltre il bordo del tavolino da caffè dove il cielo si butta in mare, verso l’ultima fine indicibile.

Marty è pieno di sangue, no?» «ma sicuro.» «è di quello che siamo fatti noi?» «soprattutto di quello.» «di cosa soprattutto?» «soprattutto di sangue, ossa e dolore.

L’uomo è nato per conquistare a fatica ogni centimetro di terreno. Nato per lottare, nato per morire.

Ti trovi a uscire in retromarcia entrando nella vita stessa.

La morte non conta un cazzo quando ti serve un posto per dormire.

Lo strizzacervelli non sapeva che l’attesa è una di quelle cose che fa impazzire la gente? La gente aspettava per tutta la vita. Aspettava per vivere, aspettava per morire. Aspettava in fila per comprare la carta igienica. E se non aveva quattrini aspettava in file più lunghe. Aspettavi per dormire e poi aspettavi per svegliarti. Aspettavi per sposarti e poi aspettavi per divorziare. Aspettavi che piovesse poi aspettavi che smettesse. Aspettavi per mangiare poi aspettavi per mangiare di nuovo. Aspettavi nello studio di uno strizzacervelli con una masnada di psicopatici e ti chiedevi se lo fossi anche tu.

Ma il pericolo mi piaceva molto. Mi faceva fischiare le orecchie e stringere il buco del culo. Si vive una volta sola, giusto? A parte Lazzaro. Povero babbeo, lui è dovuto morire due volte. Ma io ero Nick Belane. Si fa solo un giro, sulla giostra. La vita era degli audaci.

A quanto pareva un uomo aveva solo un’alternativa, vivere una vita frenetica o diventare un barbone.

Tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla.

L’autobus correva lungo una striscia di cemento molto stretta a pelo dell’acqua senza parapetto, niente; tutto lì. L’autista si appoggiava allo schienale e passava rombando su quella stretta striscia di cemento circondata dall’acqua e tutti i passeggeri dell’autobus, venticinque o quaranta o cinquantadue persone si fidavano di lui, ma io no. Ogni tanto c’era un nuovo autista e io pensavo, come li scelgono, questi figli di puttana? L’acqua è profonda su tutt’e due i lati e basta un piccolo errore per andare tutti al creatore. Era ridicolo. Mettiamo che quella mattina avesse litigato con la moglie. O che avesse il cancro. O che vedesse la Madonna. O che avesse i denti cariati. Qualunque cosa. Bastava un niente. Avrebbe potuto impazzire. Buttarci tutti di sotto. Sapevo che se ci fossi stato io, al suo posto, avrei preso in considerazione la possibilità di trascinare tutti in acqua. Mi sarebbe piaciuto. e qualche volta, dopo considerazioni del genere, la possibilità diventa realtà. Per ogni Giovanna d’Arco c’è un Hitler appollaiato dall’altra estremità dell’altalena. La vecchia storia del bene e del male. Ma nessuno di quegli autisti ci buttò mai di sotto. Pensavano soltanto alle rate della macchina, alla partita di baseball, al taglio dei capelli, alle ferie, ai clisteri, alle domeniche in famiglia. In quel branco di merdosi non c’era nemmeno un vero uomo. Arrivavo sempre al lavoro con la nausea ma sano e salvo. Il che dimostra che Schumann era più relativo di Shostakovich.

– E allora cosa c’è che non va?.
– La gente non mi piace.
– Credi che sia una bella cosa?.
– No, probabilmente no.

Ospedali e galere e puttane: ecco le università della vita. Ho preso diverse lauree. Chiamatemi dottore.

Non so gli altri, ma io al mattino quando mi chino per allacciarmi le scarpe penso: Cristo Onnipotente, e ora? La vita mi fotte, non ce la intendiamo. Devo prenderla a piccole dosi, non tutta assieme.

“Belane, sei svitato?” “Chi lo sa? La pazzia è relativa. Chi stabilisce la normalità?” “Non lo so.”

Qualsiasi cosa, del resto, è una perdita e spreco di tempo: tranne fottere di gusto o creare qualcosa di buono o guarire o correr dietro a una specie di fantasma-amore-felicità. Tanto tutti finiamo nel mondezzaio della sconfitta: chiamala morte, chiamala errore. Io non son bravo con le parole. Direi però, dato che tutti ci s’adatta alle circostanze, che certe cose accrescono la tua esperienza, anche se magari non si tratta di saggezza. È possibile peraltro che uno resti per tutta la vita nell’errore, vivendo in uno stato come d’intontimento o di paura. Ne avrete viste, di queste facce. Io ho visto la mia.

C. B.: Non cerco mai di migliorarmi o di imparare qualcosa, rimango esattamente come sono. Non sono uno che impara, sono uno che evita. Non ho voglia di imparare, mi sento perfettamente normale nel mio modo pazzo.
F. P.: Ma cosa eviti?
C. B.: Di diventare come gli altri.

Non mi piacciono gli uomini perfettamente rasati, con la cravatta e un buon lavoro. Mi piacciono gli uomini disperati, con i denti rotti, il cervello a pezzi e una vita da schifo.

Essere molto malati ed essere morti sono condizioni molto simili agli occhi della società.

Avevamo la sensazione che la vita sarebbe stata una gran cosa.

L’uomo con la cucina sempre in ordine è, invece, un maniaco. Diffidatene. Lo stato della sua cucina e quello della sua mente coincidono: costui, così preciso e ordinato, si è in realtà lasciato condizionare dalla vita.

Pensate a tutte le persone che in vita loro non hanno mai sentito musica decente. Non c’è da meravigliarsi che le loro facce cadano a pezzi, non c’è da meravigliarsi che uccidano senza pensarci due volte, non c’è da meravigliarsi che non abbiano cuore.

La vicinanza con la morte rinvigorisce. Ho tutti i vantaggi. Riesco a vedere e sentire cose che ai giovani sono nascoste. Sono passato dall’energia della gioventù a quella della vecchiaia.

Nella morte non c’è niente di triste, non più di quanto ce ne sia nello sbocciare di un fiore. La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare.

Solo i poveri conoscono il significato della vita; chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare.

La mosca stava ancora camminando sulla scrivania. Arrotolai il “Racing Form”, le diedi un colpo e la mancai. Non era la mia giornata. Né la mia settimana. Né il mio mese. Né il mio anno. Né la mia vita. Accidenti.

Non sopporto la vita di caserma, dormire con un branco di uomini che russano, e poi essere svegliato da un cazzone che suona la tromba, e non mi va di indossare una ruvida camicia verde-oliva. Ho la pelle molto sensibile.

Anche un pochino di vita ti è cara, quando sei alla fine della vita.

(Non è divertente?) Quando eravamo ragazzi distesi sull’erba a pancia in giù parlavamo spesso di come ci sarebbe piaciuto morire. Ed eravamo tutti d’accordo su una cosa: ci sarebbe piaciuto morir scopando(E nessuno di noi aveva mai scopato fino allora). Ora che non siamo più bambini pensiamo di più a come non morire. E anche se siamo pronti molti di noi preferirebbero farlo da soli sotto le lenzuola. Ora che la maggior parte di noi ha fottuto via la propria vita.

Va così, rhum e pera, perché ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita.

Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose che volevo dire, e me ne sono pentito.

La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perché abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi.

Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli.

Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato.

Sapevo che le code mi stavano uccidendo. Non riuscivo ad accettarle, al contrario di tutti gli altri. Tutti gli altri erano normali. Per loro la vita era bella. Potevano far la coda senza provare dolore. Potevano mettersi in coda e starci per sempre.

Il vero casino della vita, pensò, era dover fare i conti con i problemi altrui.

La vita mi faceva semplicemente orrore. Ero terrorizzato da quello che bisognava fare solo per mangiare dormire e mettersi addosso qualche straccio. Così restavo a letto a bere.

La maggior parte della gente non è preparata alla morte, alla propria o a quella di chicchessia. Ne sono scioccati, terrorizzati. È come una grossa sorpresa. Che diavolo, non dovrebbe esserlo. Io mi porto la morte nel taschino. A volte la tiro fuori e le parlo: “Ciao bella, come va? Quand’è che vieni a prendermi? Sono pronto”.

Fonte: https://le-citazioni.it/autori/charles-bukowski/frasi-sulla-vita/?page=2

– “Voglio sapere perché siamo rimasti insieme tutti questi anni! Voglio sapere se ho sprecato la mia vita!”
– “Tutti lo fanno, quasi tutti almeno.”

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Attenti a quelli che cercano continuamente la folla, da soli non sono nessuno. (Charles Bukowski)

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Charles Bukowski: frasi sull’amore

L’amore non è sempre rose e fiori e Bukowski lo sa bene. Essere cinici non significa essere incapaci d’amare, ma sicuramente ci fa rimanere con i piedi per terra e forse ci evita qualche delusione.
Le frasi di Bukowski sull’amore non sono affatto zuccherose, e sarebbe anche strano rispetto al suo stile. Allo stesso tempo, però, le frasi d’amore di Bukowski sono l’ideale per gli antiromantici che cercano comunque una bella frase d’amore da dedicare senza risultare smielato.
Scoprite il binomio più improbabile e affascinante: Charles Bukowski e frasi d’amore!

La testa la si deve perdere in due, altrimenti è un’esecuzione.

Il mio cuore è vecchio di mille anni. Non sono come le altre persone.

«Sei mai stato innamorato?»
«L’amore è per la gente vera».
«Tu sembri vero».
«La gente vera non mi piace».
«Non ti piace?»
«La odio.»

Amore non è altro che un faro di notte che fende la nebbia
amore è una chiave di casa tua persa quando sei sbronzo
amore è tutti i gatti spiaccicati dell’universo
amore è una sigaretta col filtro ficcata in bocca e accesa dalla parte sbagliata.

Porca puttana i dettagli. Un dettaglio è cosa minuscola, ma cose di questa grandezza riescono a fare la differenza, una parola sola, un solo sguardo, un frammento di un ricordo. Sono sempre cose così piccole a stravolgere tutto. A fare saltare in aria le logiche. A farti dire basta a farti dire fanculo, sì, ancora.

Voglio così tanto che non è qui e che non so dove cercarlo.

Avrei potuto anche accontentarmi, ma è così che si diventa infelici.

Nessuno trova mai la persona giusta.

Il problema è che cerchiamo qualcuno con il quale “invecchiare insieme”… Mentre il segreto è trovare qualcuno con cui restare bambini.

Ci sono cose ben peggiori di essere soli, ma spesso ci vogliono decenni per realizzare e spesso quando lo si fa è troppo tardi e non c’è niente di peggio che troppo tardi.

“Sai, credo di essere sempre stata innamorata di te”.
“Che cosa?”
“Per anni e anni. Ti ricordi quando venivo a trovarti, prima con Bernie e poi con Jack? Era te che volevo. Ma tu non ti accorgevi di me. Avevi sempre una lattina di birra in mano, oppure eri ossessionato da qualcosa”.
“Pazzo, credo, ero pazzo. Pazzia da ufficio postale. Mi dispiace di non essermi mai accorto di te”.
“Puoi accorgerti di me adesso”.
“Non voglio incasinarti, Dee Dee”, dissi. “Non sono sempre gentile con le donne”.
“Ma ti ho detto che ti amo”.
“Non farlo. Non amarmi.”
“Va bene” disse lei. “Allora non ti amo, ti amerò solo un pochino. Va bene così?”
“Molto meglio”

Dev’essere strano vivere con me. È strano per me.

L’amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.

L’amore si rinsecchisce, pensai tornando verso il bagno, anche più velocemente dello sperma.

Bisogna essere coraggiosi e anche un po’ folli per aprire il cuore e donarlo a qualcuno.

L’amore è una strada discretamente significativa; il sesso è abbastanza significativo.

Tutto si riduce all’ultima persona a cui pensi la notte, è lì che si trova il cuore.

Io e te, sdraiati su un letto qualunque, in un posto qualunque, uno sull’altro a viziarci.

Al momento conosco un paio di uomini che sembrano davvero innamorati… sono uomini logorati dal loro triste destino, non riescono a tirarsi fuori da quella situazione.

L’amore va bene per quelli che riescono a sopportare il sovraccarico psichico. È come trasportare sulle spalle un bidone pieno di spazzatura oltre un fiume di piscio in piena.

L’amore è una parolaccia.

Nessun rapporto è una perdita di tempo: se non ti ha dato quello che cercavo, ti ha insegnato di cosa hai bisogno.

Lei è stata un evento che mi ha travolto fortemente, troppo fortemente. E io, forse, ero troppo distratto o troppo disattento per non innamorarmi.

L’amore non è che il risultato di un incontro casuale. La gente gli dà troppa importanza.

Io non voglio più qualcuno che mi ripeta in continuazione che ci sarà sempre e non mi lascerà o tradirà mai. Mi basta qualcuno che ogni volta che mi mandi a fan**lo e venga sempre a riprendermi.

Gli innamorati diventano spesso nervosi, pericolosi. Perdono il senso della realtà. Perdono il senso dell’umorismo. Diventano irritabili, psicotici e noiosi. Ammazzano perfino la gente.

Ma che cretini quei due, l’amore li aveva colpiti così forte che si erano rincoglioniti, ma lo dovevi vedere quando si ritrovavano dopo le guerre del cuore: lui l’accarezzava sulla guancia e l’universo non contava più nulla.

Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno e lui ricambia stringendoti più forte.

A me piacciano quelle persone un po’ distratte; quelle che appena le abbracci sembrano ricomposto, mentre prima cadevano in mille pezzi.

Se inizierò a parlare di amore e stelle, vi prego: abbattetemi.

Esprimere ciò che sentite, non abbiate paura delle conseguenze, perché il tempo non fa sconti a nessuno. Amate, odiate, buttatevi a capofitto in ogni cosa che vi sia emozioni forti. Le persone sono lo spettacolo più bello al mondo. E non si paga il biglietto.

E gli occhi che sembravano il cielo dopo che è piovuto.

Potrei dire che l’amore è come l’alcool. Lo provi una volta, ti fa girare la testa, ne vuoi ancora e ancora. Ti fa sentire male, tanto male che dirai di non voler provare mai più. Ma poi, al prossimo bicchiere ci ricascherai. E non dirai di no.

Gli innamorati diventano spesso nervosi, pericolosi. Perdono il senso della realtà. Perdono il senso dell’umorismo. Diventano irritabili, psicotici e noiosi. Ammazzano perfino la gente.

Era bello. Che fosse lei a stringermi. A lasciar perdere le parole.

L’amore non è che il risultato di un incontro casuale. La gente gli dà troppa importanza. Per questo motivo una buona scopata è tutt’altro che da disprezzare.

La cosa migliore è essere soli ma mai veramente soli.

Avrei potuto gridare per strada qualsiasi cosa senza che nessuno mi sentisse, senza che nessuno alzasse un dito. Non si può dire che avrebbero dovuto. Non chiedevo amore, ma c’era qualcosa di molto strano. I libri non ne avevano mai parlato, i genitori non ne avevano mai parlato. I ragni sì. Vaffanculo.

Ovviamente è possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.

Qualsiasi cosa, del resto, è una perdita e spreco di tempo: tranne fottere di gusto o creare qualcosa di buono o guarire o correr dietro a una specie di fantasma-amore-felicità. Tanto tutti finiamo nel mondezzaio della sconfitta: chiamala morte, chiamala errore.

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Frasi di Bukowski sulla poesia e sulla scrittura

Come abbiamo già detto, durante la sua giovinezza le sue opere trovano riscontro su riviste alternative e underground. A partire dal 1955, dopo aver rischiato la vita a causa dell’alcool, inizia a scrivere poesie.
La vera svolta arriva all’età di 49 anni, con la pubblicazione del suo primo romanzo autobiografico, Post Office.
Grazie al manager John Martin, si dedica completamente alla scrittura e nel giro di pochi anni la sua fama di scrittore maledetto prende piede in Europa come negli USA.
Ciò non toglie che prima di arrivare alla fama internazionale, la vita di Bukowski non è stata affatto facile, tutt’altro.
Nei prossimi aforismi, Bukowski ci fa scoprire il lato più vivo e vero del suo rapporto con la letteratura e con la poesia.

“Ai vecchi tempi”, disse, “la vita degli scrittori era più interessante dei loro romanzi. Al giorno d’oggi non sono interessanti né la vita né gli scritti”.

La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità.

Avevo bisogno di mettermi in situazioni pericolose. Con gli uomini. Con le donne. Con le automobili. Con il gioco. Con la fame. Con qualsiasi cosa. Nutriva le parole. Per decenni è stato così. Ora è cambiato. Ora ho bisogno di qualcosa di più sottile, di più invisibile. È una sensazione nell’aria. Parole dette, parole sentite. Cose viste. Qualche bicchiere mi serve sempre. Ma ora cerco le sfumature e le ombre. Le parole mi vengono da cose di cui sono quasi inconsapevole. Va bene. Ora scrivo porcherie di genere diverso. Qualcuno se n’è accorto. “Hai sfondato il muro,” è ciò che mi dicono quasi sempre. Capisco perfettamente quello che sentono. Lo avverto anch’io. Le parole sono diventate più semplici ma allo stesso tempo più calde, più scure. Mi alimento a nuove fonti. La vicinanza con la morte rinvigorisce. Ho tutti i vantaggi. Riesco a vedere e sentire cose che ai giovani sono nascoste. Sono passato dall’energia della gioventù a quella della vecchiaia.

Agli scrittori piace soltanto la puzza dei propri stronzi.

La poesia qualcosa vale, credetemi. Impedisce di impazzire del tutto.

Ogni uomo è un poeta.

Avevo tenuto molti reading, cominciando dalle librerie, poi le università, infine i night club.

Tutti gli scrittori sono dei poveri idioti. È per questo che scrivono.

Il mio consiglio ai giovani scrittori è quello di smettere di cercare consigli dai vecchi scrittori.

Che differenza c’è fra poesia e prosa? La poesia dice troppo in pochissimo tempo, la prosa dice poco e ci mette un bel po’.

Scrivo ancora. Nei primi quattro mesi di quest’anno ho scritto duecentocinquanta poesie. Sento ancora la follia scorrermi dentro, ma ancora non ho scritto le parole che avrei voluto, la tigre mi è rimasta sulla schiena. Morirò con addosso quella figlia di puttana, ma almeno le avrò dato battaglia. E se fra voi c’è qualcuno che si sente abbastanza matto da voler diventare scrittore, gli consiglio va’ avanti, sputa in un occhio al sole, schiaccia quei tasti, è la migliore pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce, e all’azzardo, e alle risate. Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti.

La tua scrittura, mi disse, è così cruda. È come una mazza, eppure ha umorismo e tenerezza.

Se non scrivo per una settimana mi ammalo, non riesco più a camminare, mi gira la testa, vomito, non mi alzo dal letto. Ho bisogno di scrivere a macchina. Se mi tagliassero le mani scriverei con i piedi. Sicché non ho mai scritto per i soldi, ho scritto per questo stimolo imbecille.

Lo stile è uno strumento utile per dire quello che hai da dire, ma quando non hai più niente da dire lo stile è un cazzo moscio di fronte alla mirabilissima fica dell’universo.

L’unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda.

Non è una gara. Non ho mai desiderato la fama o i soldi. Desideravo buttar giù le parole come volevo io, tutto qua. E dovevo buttarle giù, se no mi prendeva qualcosa che era peggio della morte. Le parole non come qualcosa di prezioso, ma come qualcosa di necessario.

Il miglior lettore e il miglior essere umano sono quelli che mi fanno la grazia della loro assenza.

Cosa potrebbe fare un poeta senza tormento? Ne ha bisogno come della sua macchina per scrivere.

Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice.

Allungai una mano, aprii il libro verso la metà e cominciai a leggere Guerra e Pace di Tolstoj. Niente di nuovo. Era ancora un brutto libro.

Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo.

Il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione, è che può facilmente diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un appassito luogo comune.

Per me la mia merda puzza meglio, tranne quella di un cane.

Scrivere poesie non è difficile. Difficile è viverle.

Fin troppa gente che falliva in tutto il resto si votava all’Arte e poi continuava a fallire anche lì.

Ecco di che cosa aveva bisogno un uomo: speranza. Era l’assenza di speranza a scoraggiare un uomo. Ricordai i giorni di New Orleans, quando mangiavo solo due tavolette di cioccolata da cinque cents al giorno per aver tempo di scrivere. Ma purtroppo morir di fame non faceva diventare veri artisti. Anzi. L’anima dell’uomo ha radici nello stomaco. Chiunque scrive molto meglio dopo una bistecca di manzo e una pinta di whiskey che non dopo una tavoletta di cioccolata da cinque cents. Il mito dell’artista morto di fame è una balla. Quando ci si accorge che sono tutte balle si comincia a farsi furbi e a succhiare il sangue dei propri simili.

Un buon poeta non sa mai chi e che cosa è, è a un passo dall’orlo dell’abisso, ma non c’è niente di sacro in quello che fa, è un mestiere. come lavare i pavimenti di un bar.

Non tutti pensavano di poter essere un dentista o un meccanico automobilistico, ma tutti sapevano di poter essere uno scrittore.

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I grandi uomini sono i più soli. (Charles Bukowski)

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Aforismi di Bukowski sulle donne e sul sesso

Tra i temi principali delle opere di Bukowski ci sono le donne e il sesso.
L’attrazione per le donne e per il sesso è praticamente una costante attorno alla quale girano tutti i suoi racconti, in particolare Donne, un’opera praticamente erotica in cui racconta le sue avventure amorose (vere e immaginarie).
Le donne per Bukowski sono un mistero da scoprire, un chiodo fisso, una ossessione. Spesso quando si parla di Bukowski, frasi sulle donne come dediche possono non sembrare la scelta ideale, ma in realtà in questa sezione troverete qualche frase di Bukowski più romantica e sensibile che vi sorprenderà:

In qualche modo mi persi, cominciai a guardarle su per le gambe. Mi sono sempre piaciute, le gambe. È stata la prima cosa che ho visto quando sono nato. Ma allora stavo cercando di uscire. Da quel momento in poi ho sempre tentato di andare nell’altra direzione, ma con fortuna piuttosto scarsa.

Le donne erano destinate a soffrire; non c’era da meravigliarsi che volessero sempre grandi dichiarazioni d’amore.

Il sesso è una cosa interessante ma non ha un’importanza decisiva. Cioè è meno importante, dal punto di vista fisiologico, della defecazione. Un uomo può tirare avanti per 70 anni senza una figa ma può morire in una settimana se le budella non gli si muovono.

Con le donne, ogni volta era una nuova speranza, ma quello succedeva i primi tempi. Lo capii subito, smisi di cercare la “ragazza dei sogni”; me ne bastava una che non fosse un incubo.

Mai far capire a una donna quanto è importante, altrimenti non ti dà scampo.

Dietro quel seno, quelle labbra da baciare al sapore di pesca, si chiudeva a chiave e si portava dentro una piccola dispettosa bambina di cinque anni, lei che non voleva crescere, che non aspettava altro che le rimboccassero le coperte calde. Lei era magia incompresa, ma io l’avevo capita.

Le donne, pensai, le donne sono magiche. Che esseri meravigliosi!

Il mondo sarebbe un posto di merda senza le donne. La donna è poesia. La donna è amore. La donna è vita. Ringraziale, coglione!

Una delle più grandi opere d’arte del mondo: una donna con delle belle gambe che esce dalla macchina.

Non essere giù perché la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un’altra e ti lascerà anche quella.

Oh pezzi d’idioti! ogni donna è una macchina da fottere, lo capite questo o no? si concedono al miglior offerente! L’amore non esiste! È un miraggio, è una favola, come il Natale!

Un uomo deve provare tante donne per trovare l’unica, e se aveva fortuna lei sarebbe stata al suo fianco. Per un uomo sistemarsi con la prima o la seconda donna della vita è comportarsi da ignorante; non ha idea di che cosa sia una donna. Un uomo deve compiere il percorso fino in fondo, e ciò non significa solo andare a letto con le donne, scoparle una volta o due; vuole dire “vivere” con loro per mesi e anni. Non biasimo gli uomini che hanno paura di una cosa simile, significa mettere l’anima a disposizione di tutte. Naturalmente alcuni uomini si sistemano con una donna, rinunciano, dicono ecco, è il meglio che posso fare. Ce ne sono moltissimi, in effetti la maggior parte delle persone vive sotto la bandiera della tregua: si rende conto che le cose non funzionano in modo proprio perfetto, ma non importa, accontentiamoci, dicono, non serve a niente percorrere di nuovo tutta la trafila, che cosa danno alla tv, stasera? Niente. Bene, guardiamola lo stesso. È meglio che guardarsi in faccia, è meglio che pensare a “quello.”

Perché sfotti così la tua bellezza? le chiesi. Perché non ci vivi insieme, e via? Perché la gente pensa ch’è tutto quel che ho. La bellezza non è niente, la bellezza non dura. Non lo sai quanto sei fortunato tu, a essere brutto, ché se a qualcuno gli piaci, così sai che è per qualche cosa d’altro.

Non aspettare la donna giusta. Non esiste. Ci sono donne che riescono a farti provare qualcosa di più col loro corpo o con la loro anima, ma sono esattamente le stesse che ti accoltelleranno proprio sotto gli occhi della folla.

“Piccola”, dissi, “sono un genio ma nessuno lo sa all’infuori di me.

Non c’è donna più bella di quella che passa sotto la tua finestra e un attimo dopo non c’è più.

Le coperte erano scivolate via e io guardai quella schiena bianca, le scapole appuntite sembravano lì lì per trasformarsi in ali.

Il sesso era un trabocchetto, una trappola. andava bene per gli animali. Avevo troppo buon senso per sciocchezze simili.

A volte penso a questa o a quell’altra delle mie donne. Mi domando cosa speravamo quando abitavamo insieme con la testa a pezzi come la quarta gamba di quel cavallo.

Le donne sono animali fondamentalmente stupidi ma si concentrano sul maschio con un impegno così totale da riuscire spesso a sconfiggerlo quando lui pensa ad altro.

Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l’argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l’aria. Troppo di tutto, accidenti.

Alle donne piacciono i lanci di biancheria sporca, gli urli, le tragedie. Poi gli scambi di promesse. Io non ero molto bravo, con le promesse.

Ho sempre desiderato scopare Henry Miller, diceva, ma quando sono arrivata era troppo tardi. Maledizione, ho detto io, voi donne arrivate sempre… … Henry Miller, diceva, ma quando sono arrivata era troppo tardi. Maledizione, ho detto io, voi donne arrivate sempre troppo tardi. Oggi mi sono masturbato già due volte.

Per fortuna molti di noi non hanno le esigenze delle masse. Le auto nuove ci annoiano; la televisione è sciocca; l’abbigliamento non ci interessa. La nostra più grande preoccupazione è quella telefonata ubriaca a Kansas City Est. E spesso abbiamo una brava donna che ci tiene alto il morale. Siamo fedeli alle nostre donne perché doniamo tutto il nostro cuore, ma per altre cose le trattiamo male. Non siamo bravi ad ascoltare. I loro amici sembrano stupidi. Noiosi. Non capiamo come altre persone potrebbero essere anche solo un minimo interessanti… Gli scrittori sono una brutta razza.

La baciai. Baciarsi è più intimo che scopare. Ecco perché non mi è mai piaciuto che le mie donne andassero in giro a baciare altri uomini. Preferirei che se li scopassero.

«Non lo so dottore. Le ho detto che sono un uomo confuso.»
«Ha provato con uno psichiatra?»
«Inutile. Sono spenti, senza immaginazione. Non ho bisogno di uno psichiatra. Ho sentito dire che finiscono per molestare le loro pazienti. Vorrei fare l’analista. Se potessi scoparmi tutte le donne, mi andrebbe di fare l’analista; al di là di questo non servono a niente.»

Eppure le donne, le donne che valevano qualcosa, mi spaventavano perché finivano col volere la mia anima, e io volevo tenere per me quello che ne restava.

Il vero passo avanti è capire le donne e l’amore. O forse il passo avanti era saper uccidere con indifferenza.

Prendetemi la donna, ma lasciatemi stare la macchina.

Lei si rigirò su un fianco, posò il capo sul mio braccio. La guardai. Tutto il cielo e la terra si specchiavano nei suoi occhi… Seguitammo a guardarci. Mi pareva che avrei potuto annegarci nei suoi occhi. Poi l’accarezzai sul viso, ci baciammo, la trassi a me. La strinsi. Con l’altra mano le frugavo fra i capelli. Fu un bacio d’amore, un lungo bacio di puro amore.

Le donne erano destinate a soffrire; non c’era da meravigliarsi che volessero sempre grandi dichiarazioni d’amore.

A volte penso a questa o a quell’altra delle mie donne. Mi domando cosa speravamo quando abitavamo insieme con la testa a pezzi come la quarta gamba di quel cavallo.

Sembra che le donne più belle scelgano sempre gli stronzi più tremendi, i fasulli più evidenti. credi che io sia geloso o che abbia una visione delle cose un po’ distorta? hai perfettamente ragione, amico. la donna va col fasullo perché lui sa mentire bene.

Io dico alle donne che la faccia è la mia esperienza e le mani sono la mia anima. Qualunque cosa, pur di tirare giù quelle mutandine.

Sembrava più bella che mai. una bionda tiziano che scoppiava di vita; il naso un po’ troppo berutto, un po’ troppo grosso, ma una volta che ci avevi fatto l’abitudine, finivi per amare anche quello. sentiva il cuore che ticchettava come una bomba a orologeria in uno sgabuzzino vuoto. era come se qualcuno gli avesse scodellato via le budella e che solo il cuore si trovasse al solito posto, a gemer vuoto.

Una delle migliori scopate della mia vita. Sentivo l’acqua, sentivo la risacca che andava e veniva. Era come se stessi venendo con tutto l’oceano. E venivo, venivo, non finiva mai. Alle fine rotolai giù. «Oh Gesù Cristo», dissi «Oh, Gesù Cristo». Non so come mai Gesù Cristo finisse sempre col mischiarsi a faccende del genere.

Da dove venivano le donne? Ce n’era una scorta infinita. Ciascuna di esse era diversa, unica. Avevano la passera diversa, i seni diversi, la bocca diversa, ma nessun uomo poteva godersele tutte, ce n’erano troppe, con le gambe accavallate, a far impazzire gli uomini. Che pacchia!

Un uomo deve provare tante donne per trovare l’unica, e se aveva fortuna lei sarebbe stata al suo fianco. Per un uomo sistemarsi con la prima o la seconda donna della vita è comportarsi da ignorante; non ha idea di che cosa sia una donna. Un uomo deve compiere il percorso fino in fondo, e ciò non significa solo andare a letto con le donne, scoparle una volta o due; vuole dire “vivere” con loro per mesi e anni. Non biasimo gli uomini che hanno paura di una cosa simile, significa mettere l’anima a disposizione di tutte. Naturalmente alcuni uomini si sistemano con una donna, rinunciano, dicono ecco, è il meglio che posso fare. Ce ne sono moltissimi, in effetti la maggior parte delle persone vive sotto la bandiera della tregua: si rende conto che le cose non funzionano in modo proprio perfetto, ma non importa, accontentiamoci, dicono, non serve a niente percorrere di nuovo tutta la trafila, che cosa danno alla tv, stasera? Niente. Bene, guardiamola lo stesso. È meglio che guardarsi in faccia, è meglio che pensare a “quello.”

Io continuavo a ripetermi che non tutte le donne erano puttane, solo le mie.

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Frasi sui gatti di Bukowski

Grazie alla moglie Linda Lee Beighle, Charles Bukoswki non solo riuscì a migliorare il suo stato di salute, ma probabilmente scoprì anche che al mondo c’era qualcosa di estremamente affine alla sua indole: i gatti, di cui arrivò ad averne fino a 9.
Tant’è vero che non solo esistono diverse frasi sui gatti di Bukowski contenute nelle sue opere, ma addirittura una poesia a loro dedicata (che troverete scorrendo in basso, nel capitolo dedicato alle poesie di Bukowski).
Dopotutto, spesso esiste un legame che unisce poeti e scrittori maledetti a questi animali maestosi e magnifici… sarà un caso?

Nella prossima vita voglio essere un gatto. Dormire venti ore al giorno e aspettare che ti diano da mangiare. Starsene seduti a leccarsi il culo. Gli umani sono dei poveretti, rabbiosi e fissati.

Ai miei 3 gatti sono state tagliate le palle. Adesso se ne stanno accucciati e mi guardano con gli occhi svuotati di tutto tranne che la voglia di uccidere.

…a quei dannati gatti
non importa
proprio
niente di niente.
E
se gliene importasse
non mi piacerebbero
neanche
un po’:
le cose cominciano a perdere il loro
valore naturale
quando si avvicinano
alle faccende
umane

Quando sono dilaniato dalle forze, allora guardo uno dei miei gatti.

Più gatti hai, più a lungo vivrai. Se hai cento gatti, vivi dici volte di più che se ne hai dieci. Prima o poi questa cosa verrà scoperta e la gente avrà migliaia di gatti e vivrà per sempre.

ai miei piedi,
la sanno lunga,
sono più
in gamba,
e gli istanti dell’attimo esplodono
smisurati
e un passato fortunato
non potrà mai essere
distrutto.

Non mi piace l’amore a comando, come ricerca, l’amore deve venire da te, come un gatto affamato alla porta.

Avere una banda di gatti intorno è bello, se ti senti giù, basta guardare i gatti e ti senti meglio, perché loro sanno che tutto è semplicemente com’è.

… addormentato a letto mi sveglio
e il suo naso tocca il mio
naso e quel paio
di occhi gialli bellissimi
si RIVERSANO
in ciò che è rimasto della mia anima.

Avete un gatto? O dei gatti?
Quelli dormono, ragazzi. Possono dormire venti ore al giorno e hanno un aspetto meraviglioso. Loro lo sanno che non c’è niente per cui agitarsi.
Il prossimo pasto. E qualcosina da uccidere qua e là.
Quando mi sento lacerato dentro, mi basta uno o più dei miei gatti.
Sono nove. mi basta guardarne uno mentre dorme o sonnecchia per rilassarmi.
Per me la scrittura è come un gatto. Mi consente di affrontare tutto il resto. Mi fa sbollire. Almeno per un po’.

Questo gatto sono io. Tutte e due siamo barboni sopravvissuti alla strada.

I randagi continuano ad arrivare e non ce la sentiamo di mandarli via.

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Aforismi di Bukowski sull’alcool

Il rapporto di Bukowski con l’alcool non può non essere menzionato, dal momento che intorno agli alcolici sono imperniate molte delle sue vicende personali, che ritroviamo nelle sue righe.
Una vita dissoluta che si riflette nel suo stile dissacrante, cinico, caustico, spesso “giustificato” dalla leggerezza che regalano birra, vino e simili.
Ecco alcune frasi di Bukowski sul tema degli alcolici che vi faranno entrare nel suo mondo:

C. B.: Se hai stile hai il tuo metodo che continua mentre tutte le cose vacillano. Mi segui?
F. P.: Sì.
C. B.: Non c’è altro. È molto semplice.
F. P.: Ma lo stile di vita? Cambia anche questo?
C. B.: Il mio non cambia granché. Mi limito a bere cose diverse.

“Anche Hank gioca,” disse Sarah. “Punta sui cavalli. Ci va ogni volta che corrono.”
François mi guardò. “Ah, i cavalli! E vinci?”
“Mi va di crederlo…”

Ordinai un altro giro di drink. Alzò il bicchiere e mi fissò mentre beveva un sorso. Aveva gli occhi blu e quel blu mi entrò nel profondo e lì restò. Ero ipnotizzato. Uscii da me stesso e mi tuffai in quel blu.

«Non prendertela troppo. Non è stata colpa tua. È stato l’alcool. Mi è successo altre volte».
«Va bene, allora non dovresti bere tanto. A nessuna donna piace venire dopo la bottiglia».

Voglio essere sepolto vicino all’ippodromo… per sentire la volata sulla dirittura d’arrivo.

Non potevo far altro che scolare la lattina di birra e aspettare che cadesse l’atomica.

Trovai l’ultimo bicchiere di vino mescolato a cenere di sigaro e tristezza.

Quando hai bevuto il mondo era ancora là fuori, ma per il momento non ti aveva preso per la gola.

Ecco il problema di chi beve, pensai versandomene un altro: se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.

La mia anima strafogata di birra è più triste di tutti gli alberi di Natale morti del mondo.

Non posso dirvi perché dovessi bere così tanto prima di sbronzarmi. Forse per via della mia gran rabbia o del grande dolore, oppure perché mi mancava un pezzo del cervello-anima. Forse per via di tutte e due le cose.

Ma l’aspetto positivo dell’essere un ubriacone è che non eri mai stitico. A volte pensavo al fegato, ma lui non parlava mai, non diceva mai: “Smettila tu stai ammazzando me io ammazzerò te ” Se avessimo il fegato parlante non avremmo bisogno degli Alcolisti Anonimi.

Andò giù bene, ci voleva proprio. Naturalmente era da codardi sforzarsi di dimenticare l’incomprensibile, però necessario.

Non so quante bottiglie di birra ho bevuto aspettando che le cose migliorassero. Non so quanto vino e whisky e birra, soprattutto birra, ho bevuto dopo aver rotto con le donne – aspettando lo squillo del telefono, aspettando il rumore dei passi, e il telefono non squilla mai se non molto più tardi, e i passi non arrivano mai, se non molto più tardi.

Ero troppo ubriaco per lamentarmi: sentivo solo il morso e la tristezza selvaggia di un’altra buona cosa persa per sempre.

Ero attratto da tutte le cose sbagliate: mi piaceva bere, ero pigro, senza dio, senza idee politiche, senza ideali. Vivevo nel nulla; la mia era una non esistenza e a me andava bene così. Tutto questo non faceva certo di me un personaggio interessante. Non volevo essere interessante, era troppo faticoso. Quello che volevo veramente era uno spazio facile, indefinito dove vivere tranquillo. Volevo essere lasciato in pace. D’altra parte quando mi ubriacavo mi mettevo a urlare, impazzivo, perdevo il controllo. Ciascuno di questi comportamenti non andava d’accordo con l’altro. Non me ne fregava niente.

I pazzi e gli ubriachi sono gli ultimi santi della terra.

Francine si girò verso di lui, che la circondò con un braccio. Gli ubriachi delle tre di notte, in tutta l’America, stavano fissando un muro, dopo averci finalmente rinunciato. Non che fosse necessario essere ubriachi per soffrire, per farsi annientare da una donna, ma se uno soffriva poteva anche darsi che finisse ubriaco. Certo, capita a tutti, soprattutto ai giovani, di pensare di avere il mondo in pugno, e a volte è anche vero. Ma nell’attimo stesso in cui uno è convinto che tutto vada per il meglio, ci sono leggi statistiche che lavorano alle sue spalle, pronte a fregarlo. E una notte, un caldo giovedì d’estate, quell’uno diventa l’ubriaco e se ne sta da solo in una squallida camera d’affitto e poco importa se c’è già stato un mucchio di volte, non gli è di nessun aiuto, anzi, semmai è peggio perché quell’uno si era illuso di esserci uscito del tutto. E allora non gli resta che accendersi un’altra sigaretta e riempirsi ancora il bicchiere e mettersi a scrutare le pareti scrostate in cerca di labbra e di occhi. Era incomprensibile quello che gli uomini e le donne riuscivano a farsi.

Ma c’è un vecchio proverbio secondo cui la conoscenza che non viene seguita dall’azione è peggio dell’ignoranza. perché se tiri a indovinare e non ci prendi puoi sempre dire, merda, gli dei mi sono avversi. ma se sai e non fai, vuol dire che in testa hai soffitte e anticamere buie da percorrere avanti e indietro e a cui pensare. non è mica una cosa sana, produce serate noiose, un eccesso d’alcool e seghe.

Mi guardai intorno. Non c’era nessuna donna, lì in quel caffè. Ripiegai sulla cosa che sta al secondo posto in graduatoria: sollevai il mio bicchiere e lo scolai.

“Il problema degli uomini che passano il tempo a ciondolare nei bar è che hanno un livello percettivo simile a quello del verme solitario.”
“Da cosa lo deduci?”
“Dal fatto che sono prigionieri di un rituale.”
“Che rituale?”
“Quello di far cattivo uso delle proprie energie.”

Per essere uno scrittore istintivamente fai ciò che nutre te e le parole, che ti protegge contro la morte in vita. Per ognuno è una cosa diversa. E per ognuno è una cosa che cambia. Per me una volta significava bere tantissimo, bere fino a uscire pazzo. Mi affilava le parole, le portava fuori. E avevo bisogno di pericolo.

Quando bevi il mondo è sempre lì fuori che ti aspetta ma per un po’ almeno non ti prende alla gola.

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Il migliore interprete dei sogni è chi li fa. (Charles Bukowski)

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Frasi di Bukowski in inglese con traduzione

Alcune frasi, passaggi e citazioni di Bukowski, così come per ogni altro autore straniero, andrebbero lette anche in lingua originale per comprenderle appieno.
Abbiamo scelto alcune delle frasi significative di Bukowski e le abbiamo riportate insieme alla loro traduzione in italiano, da condividere o da utilizzare come didascalia dei vostri post, per un tocco moderno e internazionale.

The more cats you have, the longer you live. If you have a hundred cats, you’ll live ten times longer than if you have ten. Someday this will be discovered, and people will have a thousand cats and live forever.
(Più gatti hai, più a lungo vivrai. Se hai cento gatti, vivi dieci volte di più che se ne hai dieci. Prima o poi questa cosa verrà scoperta e la gente avrà migliaia di gatti e vivrà per sempre.)

The difference between a democracy and a dictatorship is that in a democracy you vote first and take orders later; in a dictatorship you don’t have to waste your time voting.
(La differenza tra democrazia e dittatura è che in democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una dittatura non c’è bisogno di sprecare tempo andando a votare.)

You begin saving the world by saving one person at a time; all else is grandiose romanticism or politics.
(Si inizia a salvare il mondo salvando una persona alla volta, tutto il resto è grandioso romanticismo o politica.)

There will always be something to ruin our lives, it all depends on what or which finds us first.
(Ci sarà sempre qualcosa che ci rovina la vita, tutto dipende da cosa o chi ci trova prima.)

Some people never go crazy. What truly horrible lives they must live.
(Certa gente non fa mai niente di folle. Dev’essere una vita davvero orribile.)

It’s possible to love a human being if you don’t know them too well.
(È possibile amare un essere umano, se non lo si conosce abbastanza bene.)

Well, people got attached. Once you cut the umbilical cord they attached to the other things. Sight, sound, sex, money, mirages, mothers, masturbation, murder, and Monday morning hangovers.
(Beh, la gente si attacca. Una volta tagliato il cordone ombelicale, si attaccano ad altre cose. Vista, udito, sesso, soldi, miraggi, le madri, la masturbazione, l’omicidio e ai postumi di una sbornia del Lunedì mattina.)

That is what friendship means. Sharing the prejudice of experience.
(Questo significa amicizia, condividere il pregiudizio dell’esperienza.)

Never get out of bed before noon.
(Non ti alzare mai dal letto prima di mezzogiorno.)

If you’re losing your soul and you know it, then you’ve still got a soul left to lose.
(Se non vi è rimasta molta anima, e lo sapete, vi resta ancora dell’anima.)

Show me a man who lives alone and has a perpetually clean kitchen, and 8 times out of 9 I’ll show you a man with detestable spiritual qualities.
(Mostratemi un uomo che abita solo e ha una cucina perpetuamente pulita, 8 volte su 9 vi mostrerò un uomo detestabile sul piano spirituale.)

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You have to die a few times, before you can really live. (Devi morire un po’ di volte, prima di iniziare a vivere davvero.) (Charles Bukowski)

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Poesie di Bukowski

Abbiamo già visto come, prima ancora di darsi alla scrittura di racconti e romanzi, Charles Bukowski abbia iniziato scrivendo poesie.
Dopo un inizio barcollante, alla morte della sua compagna storica Jane Cooney Baker nel 1962, Bukowski sfoga il suo dolore, il suo lutto e la sua devastazione in una serie di poesie a lei dedicate.
Ma non solo: gatti, alcol e amore sono altri temi importanti della sua lirica e qui ve ne diamo una breve panoramica:

Lo so. Lo so.
Hanno limitazioni, hanno differenti
bisogni e
preoccupazioni
ma io li osservo e da loro imparo.
Mi piace quel piccolo loro sapere,
che in fondo
è molto.
Il loro lamentarsi dura poco
né si preoccupano
e vanno con sorprendente dignità.
Vanno e dormono con totale semplicità,
incomprensibile agli umani.
I loro occhi sono
più belli dei nostri
e riescono a dormire venti ore
al giorno
senza esitazione o
rimorso.
Quando mi sento
giù,
basta che guardi
i miei gatti
e il mio coraggio ritorna.
Io studio queste
creature.
Loro sono i miei
MAESTRI!
(I miei gatti)

Una giornata alle corse,
seguita da un tuffo
in piscina,
seguito da 5 minuti
nella sauna,
seguita da una doccia,
seguita dalla lettura della posta
(non molto interessante)
poi la mogliettina
racconta qualcosa della sua
giornata,
i miei sette gatti mi accolgono
uno alla volta
e la serata
comincia.
dal puro inferno a questo.
riuscirò a sopportarlo?
ci riuscireste voi?
ma non preoccupatevi,
l’inferno tornerà,
rinvigorito,
mi troverà
di nuovo
più vecchio, più grasso
e io ti farò rapporto,
caro lettore,
nello stile a cui
ti sei
abituato.
(Aspetta, e ti troverà)

E va bene, mettimi le mutande al contrario, telefona in Cina,
fai volar via gli uccelli,
compra un quadro di una colomba rossa e ricordati
di Herbert Hoover.
quel che cerco di dire è che 6 delle ultime
8 sere abbiamo avuto ospiti, tutti auto-invitati,
e come dice mia moglie:”non vogliamo farli restar male”.
sicché ci sediamo e li ascoltiamo, certuni famosi
e certuni mica tanto, certuni piuttosto svegli
e divertenti, certuni mica tanto
ma finisce tutto in chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera,
parole, parole, parole, un garbato mulinello di suoni
che rivela innanzi tutto solitudine: in un modo o nell’altro
chiedono tutti di essere accettati,
di essere ascoltati, e ciò è comprensibile,
ma io sono uno di quelli che preferirebbe
starsene tranquillo a casa con la moglie e i suoi 6 gatti
(o di sopra da solo a fare niente).
l’impressione è che sia un egoista
e mi senta sminuito dalla gente
ma non ho l’impressione che loro
si sentano vuoti, ho l’impressione
che li diletti il movimento
delle loro bocche.
e quando se ne vanno quasi tutti accennano
a un’altra visitina.
mia moglie è carina, li saluta con calore,
ha un cuore d’oro, così d’oro che quando, che so,
andiamo al ristorante e scegliamo un tavolo
lei prende il posto da cui si può “veder la gente”
e io quello da cui non è possibile.
d’accordo, sono un figlio del demonio;
l’intera umanità mi annoia e no, non è
paura, sebbene qualcosa in loro mi spaventi,
e non è invidia perché non voglio nulla
di ciò che loro vogliono, è solo che
in tutte quelle ore di
parole parole parole
non sento niente di davvero buono coraggioso o nobile,
e che valga un briciolo del tempo in cui mi hanno impallinato
le cervella.
Te lo ricordi quando avevi l’abitudine di buttarli fuori
dalla porta invece di fargli scaricar le batterie
sui tuoi divani,
quei tipi malinconici sempre a caccia di compagnia,
e ti vergogni di te stesso per esserti arreso
alle loro insane fesserie
ma altrimenti tua moglie direbbe:
“pensi di essere forse l’unico essere umano
sulla terra?”
Vedete, ecco come il diavolo
mi acchiappa.
Perciò io ascolto e loro si sentiranno
realizzati.
(Auto-invitati)

Mi piacciono le persone
che fanno il primo passo:
nel torto, nella ragione,
poco importa.
Hanno l’intelligenza e
la volontà di non farti andare via.
Mi piace la spontaneità,
quel ricominciare
il discorso in sospeso,
quel dire “grazie”
anche se non ce n’è bisogno.
È grazie a loro se questo mondo
a volte si inonda di calore e vita,
è grazie al loro coraggio
di restarti accanto, correggerti o
condividere con te
un pezzetto della vita.

E poi ci sono quelli che
credono che le vecchie relazioni
possano essere rivissute e
fatte nuove.

Ma per favore
se ti senti in quel modo

non chiamare
non scrivere
non arrivare…

Lunghe passeggiate
notturne –
ecco che cosa
rasserena
l’anima:
sbirciare nelle finestre
guardare stanche
donne di casa
che cercano
di tenere a bada
i mariti
imbestiati dalla birra.
(E la luna e le stelle e il mondo)

Nessuno può salvarti se non
tu stesso.
Sarai continuamente messo
in situazioni praticamente
impossibili.

Ti metteranno continuamente alla prova
con sotterfugi, inganni e
sforzi
per farti capitolare, arrendere e/o morire silenziosamente
dentro.

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e sarà abbastanza facile fallire
davvero facilissimo
ma non farlo, non farlo, non farlo.
Guardali e basta.
Ascoltali.
Vuoi diventare così?
Un essere senza volto, senza cervello, senza cuore?
Vuoi provare
la morte prima della morte?

Nessuno può salvarti se non
tu stesso
e vale la pena di salvarti.
È una guerra non facile da vincere
ma se c’è qualcosa che vale la pena vincere
è questa.

Pensaci su
pensa al fatto di salvare il tuo io.

Il tuo io spirituale.
il tuo io viscerale.
il tuo io magico che canta e
il tuo io bellissimo.
Salvalo.
Non unirti ai morti-di-spirito.

Mantieni il tuo io
con umorismo e benevolenza
e alla fine
se necessario
scommetti sulla tua vita mentre combatti,
fottitene dei pronostici, fottitene
del prezzo.

Solo tu puoi salvare il tuo
io.

Fallo! Fallo!

Allora saprai esattamente di cosa
sto parlando.

(Nessuno può salvarti se non tu stesso)

La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c’è luce.
Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché ce l’hai.
Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.
(Il cuore che ride)

C’è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell’essere umano medio
per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno
E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l’amore
E i migliori in guerra – in definitiva – sono quelli che predicano la pace
Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio
Quelli che predicano la pace non hanno pace
Quelli che predicano amore non hanno amore
Attenti ai predicatori
Attenti ai sapienti
Attenti a quelli che leggono sempre libri
Attenti a quelli che o detestano la povertà o ne sono orgogliosi
Attenti a quelli che sono sempre pronti a elogiare poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio
Attenti a quelli pronti a censurare: hanno paura di quello che non sanno
Attenti a quelli che cercano continuamente la folla: da soli non sono nessuno
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni
Attenti al loro amore
Il loro è un amore comune che mira alla mediocrità
Ma c’è il genio nel loro odio
C’è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti
Per uccidere chiunque
Non volendo la solitudine
Non concependo la solitudine
Cercheranno di distruggere tutto ciò che si differenzia da loro stessi
Non essendo capaci di creare arte non capiranno l’arte
Come creatori, considereranno il loro fallimento solo come un fallimento del mondo intero
Non essendo in grado di amare pienamente considereranno il tuo amore incompleto
E poi odieranno te
E il loro odio sarà perfetto
Come un diamante splendente
Come un coltello
Come una montagna
Come una tigre
Come cicuta
La loro arte
più raffinata

Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Altrimenti, non cominciare mai.
Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Ciò potrebbe significare perdere fidanzate, mogli, parenti, impieghi e forse la tua mente.
Fallo fino in fondo.
Potrebbe significare non mangiare per 3 o 4 giorni.
Potrebbe significare gelare su una panchina del parco.
Potrebbe significare prigione,
Potrebbe significare derisione, scherno, isolamento.
L’isolamento è il regalo, le altre sono una prova della tua resistenza, di quanto tu realmente voglia farlo.
E lo farai a dispetto dell’emarginazione e delle peggiori diseguaglianze.
E ciò sarà migliore di qualsiasi altra cosa tu possa immaginare.
Se hai intenzione di tentare, fallo fino in fondo.
Non esiste sensazione altrettanto bella.
Sarai solo con gli Dei.
E le notti arderanno tra le fiamme.
Fallo, fallo, fallo. FALLO!
Fino in fondo, fino in fondo.
Cavalcherai la vita fino alla risata perfetta.
È l’unica battaglia giusta che esista.
(Lancia il dado)

Non ho smesso di pensarti,
vorrei tanto dirtelo.
Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare,
che mi manchi
e che ti penso.
Ma non ti cerco.
Non ti scrivo neppure ciao.
Non so come stai.
E mi manca saperlo.
Hai progetti?
Hai sorriso oggi?
Cos’hai sognato?
Esci?
Dove vai?
Hai dei sogni?
Hai mangiato?
Mi piacerebbe riuscire a cercarti.
Ma non ne ho la forza.
E neanche tu ne hai.
E allora restiamo ad aspettarci invano.
E pensiamoci.
E ricordami.
E ricordati che ti penso,
che non lo sai ma ti vivo ogni giorno,
che scrivo di te.
E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse.
E io ti penso
ma non ti cerco.
(Non ho smesso di pensarti)

Quando Dio creò l’amore non ci ha aiutato molto
quando Dio creò i cani non ha aiutato molto i cani
quando Dio creò le piante fu una cosa nella norma
quando Dio creò l’odio ci ha dato una normale cosa utile
quando Dio creò Me creò Me
quando Dio creò la scimmia stava dormendo
quando creò la giraffa era ubriaco
quando creò i narcotici era su di giri
e quando creò il suicidio era a terra

Quando creò te distesa a letto
sapeva cosa stava facendo
era ubriaco e su di giri
e creò le montagne e il mare e il fuoco
allo stesso tempo

Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo.
(Quando Dio creò l’amore)

Lamentele infime e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo qualunque (me)
e il peggio è che chi si lamenta nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici non ci crede.
E così non si conclude niente
ed è solo un altro giorno sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha siede nell’angolo
e sorride.
(Sprecare la vita)

“L’hai amata, vero?”
Lui sospirò
“Come posso risponderti? Lei era matta”

Sì passò la mano tra i capelli

“Dio se era tutta matta.ogni giorno era una donna diversa
Una volta intraprendente, l’altra impacciata.
Una volta esuberante, l’altra timida. Insicura e decisa.
Dolce e arrogante.
Era mille donne lei, ma il profumo era sempre lo stesso
Inconfondibile
Era quella la mia unica certezza.
Mi sorrideva sapeva di fregarmi con quel sorriso
Quando sorrideva io non capivo più nulla
Non sapevo più parlare ne pensare
Niente, zero
C’era all’improvviso solo lei
Era matta, tutta matta
A volte piangeva
Dicono che in quel caso le donne vogliono solo un abbraccio
Lei no
Lei si innervosiva
Non so dove si trova adesso ma scommetto che è ancora alla ricerca di sogni
Era matta tutta matta
Ma l’ ho amata da impazzire.
(L’hai amata, vero?)

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Sono un essere altamente asociale e tremendamente socievole. Ecco perché ascolto tutti, ma parlo con pochi. (Charles Bukowski)

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Immagini e frasi di Bukowski

Per concludere la nostra scoperta di questo scrittore considerato l’ultimo bohémien del XX secolo, una raccolta frasi e immagini di Bukowski.
Se vi siete innamorati di una delle sue frasi, potete cercarla tra quelle di seguito che abbiamo scelto per voi e condividerla sui vostri profili social.
Bukowski, infatti, è ormai un simbolo della generazione social, quindi non c’è niente di più appropriato per stare al passo coi tempi!

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Paradossalmente la gente che crede di sapere sempre tutto è proprio quella che non capisce mai un cazzo.
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Mai far capire a una donna quanto è importante, altrimenti non ti dà scampo. (Charles Bukowski)
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Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso. (Charles Bukowski)
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Non mi piace l’amore a comando, come ricerca, l’amore deve venire da te, come un gatto affamato alla porta. (Charles Bukowski)
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Stiamo tutti tentando di farcela, in una maniera o nell’altra, tentando di trovare l’amore, tentando di trovare il sesso, tentando di trovare un po’ di pace e un po’ di senso prima di gettare la spugna. (Charles Bukowski)
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Porca puttana i dettagli. Un dettaglio è cosa minuscola, ma cose di questa grandezza riescono a fare la differenza, una parola sola, un solo sguardo, un frammento di un ricordo. Sono sempre cose così piccole a stravolgere tutto. A fare saltare in aria le logiche. A farti dire basta a farti dire fanculo, sì, ancora.
(Charles Bukowski)
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Il codardo è uno che prevede il futuro. il coraggioso è privo d’ogni immaginazione. (Charles Bukowski)
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Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l’anima in fiamme. (Charles Bukowski)
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Ovunque vada la folla tu corri dall’altra direzione.
Loro si sbagliano sempre. (Charles Bukowski)
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Umanità, mi stai sul cazzo da sempre. Ecco il mio motto.
(C. Bukowski)
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Il guaio di ogni aforisma, di ogni affermazione, è che può facilmente diventare una mezza verità, una fregnaccia, una bugia o un appassito luogo comune. (Charles Bukowski)
Stiamo tutti tentando di farcela, in una maniera o nell'altra, tentando di trovare l'amore, tentando di trovare il sesso, tentando di trovare un po' di pace e un po' di senso prima di gettare la spugna. Composta giovedì 30 gennaio 2014 Comportamento - da PensieriParole.it <https://www.pensieriparole.it/aforismi/comportamento/>
Magari pensiamo troppo. Sentire di più, pensare di meno.
(Charles Bukowski)
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I pazzi e gli ubriachi sono gli ultimi santi della terra. (Charles Bukowski)
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Siete tutti così bravi, siete tutti così fighi, siete tutti così giusti eppure là fuori il mondo è ancora pieno di gente di merda. (Bukowski)
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Scendere dal letto il mattino era come affrontare il muro vuoto dell’Universo. (Charles Bukowski)
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A volte ho la sensazione di essere solo al mondo. Altre volte ne sono sicuro. (Charles Bukowski)
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Ecco il problema di chi beve, pensai versandomene un altro: se succede qualcosa di brutto si beve per dimenticare; se succede qualcosa di bello si beve per festeggiare; se non succede niente si beve per far succedere qualcosa.
(Charles Bukowski)
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È sempre un processo di lasciar perdere, in un modo o nell’altro. (Charles Bukowski)
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Era bello. Che fosse lei a stringermi. A lasciar perdere le parole. (Charles Bukowski)
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Resistere significa semplicemente tirare fuori i coglioni e meno sono le chance più dolce è la vittoria.
(Charles Bukowski)
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Sulla via per l’inferno c’è sempre un sacco di gente, ma è comunque una via che si percorre in solitudine. (Charles Bukowski)
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Il genio è un uomo capace di dire cose profonde in modo semplice. (Charles Bukowski)
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L’unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda. (Charles Bukowski)
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Non unirti ai morti di spirito. Scommetti sulla tua vita, e, mentre combatti, fottitene del prezzo. (Charles Bukowski)
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La tristezza è causata dall’intelligenza. Più comprendi certe cose, e più vorresti non comprenderle. (Charles Bukowski)
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Voglio dire, mettiamola così: voi immaginate che niente abbia un senso, ma non può essere che tutto sia così, perché vi rendete conto che non ha senso e questa vostra consapevolezza gli dà quasi un senso. (Charles Bukowski)
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E in qualche modo riuscirai a superare i giorni vuoti e i giorni pieni e i giorni noiosi e i giorni detestabili e i giorni straordinari, tutti così piacevoli e così deludenti perché noi siamo tutti così simili e così diversi. (Charles Bukowski)

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Martina Antonicelli
Classe 1989, traduttrice e autrice. Le parole sono la mia passione, insieme ai viaggi, alla natura, ai miei gatti e, ovviamente, a mio marito e mia figlia, Lilith. Sono sempre in movimento, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da imparare e di persone da conoscere.